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Gargano, giovedì 18 settembre 2025 - Il territorio garganico torna a essere teatro di violenza con l'assassinio di Leonardo Ricucci, conosciuto con il soprannome "Fic secc", un uomo di 38 anni il cui corpo è stato rinvenuto nella zona di Bosco Quarto. La vittima era nipote di Pasquale Ricucci, eliminato nel corso delle guerre di mafia che hanno insanguinato l'area nel 2019. Il cadavere di Leonardo Ricucci è stato scoperto dopo che i familiari, preoccupati per il mancato rientro a casa, hanno allertato le autorità competenti.
Secondo le prime ricostruzioni investigative, l'omicidio sarebbe avvenuto nella giornata precedente al ritrovamento, ma il corpo è stato localizzato solo nelle ore successive grazie alle ricerche avviate dalle forze dell'ordine. La vittima, che aveva alcuni precedenti penali, era impiegata nell'attività di famiglia, un panificio situato a Monte Sant'Angelo. Questo dettaglio sottolinea come il crimine organizzato continui a colpire anche chi cerca di mantenere una vita apparentemente normale, rimanendo però legato a dinamiche familiari compromesse dalla violenza mafiosa.
L'omicidio di Leonardo Ricucci si inserisce nel quadro più ampio delle faide che hanno caratterizzato il territorio del Gargano negli ultimi anni. La morte dello zio Pasquale nel 2019 aveva già segnato profondamente questa famiglia, evidenziando come le logiche della vendetta e del controllo territoriale continuino a mietere vittime. Il Gargano rappresenta una delle aree più problematiche della Puglia dal punto di vista della criminalità organizzata, con gruppi che si contendono il controllo di traffici illeciti e territori, spesso attraverso l'uso della violenza estrema. Il primo cittadino di Monte Sant'Angelo, Pierpaolo d'Arienzo, ha commentato l'accaduto con parole che riflettono la gravità della situazione: "La mafia è tornata ad uccidere. Un fatto grave, che scuote profondamente la nostra comunità e che ci richiama ad una consapevolezza fondamentale: non dobbiamo mai abbassare la guardia".
Queste dichiarazioni evidenziano come le istituzioni locali siano consapevoli della persistente minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e della necessità di mantenere alta l'attenzione su fenomeni che rischiano di destabilizzare il tessuto sociale del territorio. L'ennesimo episodio di violenza mafiosa nel Gargano rappresenta un duro colpo per una comunità che cerca di costruire un futuro diverso, basato sulla legalità e sullo sviluppo economico sostenibile. La morte di Leonardo Ricucci dimostra come le logiche criminali continuino a perpetuarsi, coinvolgendo nuove generazioni in spirali di violenza che sembrano non trovare fine. Le indagini proseguono per chiarire le dinamiche dell'omicidio e individuare i responsabili, mentre la comunità locale si interroga su come spezzare definitivamente le catene della violenza mafiosa che continuano a condizionare la vita quotidiana di molti cittadini.
La vicenda rappresenta l'ennesimo capitolo di una storia di sangue che il territorio garganico vorrebbe definitivamente archiviare, ma che continua a ripresentarsi con drammatica puntualità, richiedendo un impegno costante da parte di tutte le componenti della società civile.
