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di Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 9 giugno 2015 - Nell’ottobre del 1972 all’acquisto di Volume IV dei BLACK SABBATH, disco appena uscito in tutto il mondo, già si poteva indovinare la musica che avrei ascoltato : una musica tenebrosa e ossessiva, infarcita di micidiali riff chitarristici tali da tramortirti e soprattutto la voce sgraziate di Ozzy Osbourne, il malefico menestrello che sembra librarsi sulla copertina stilizzata del disco,a impregnare di zolfo tutto il contenuto del disco.

 Infatti se si escludono due brani, Changes e Laguna Sunrise, il resto è tutto concentrato su testi dedicati alla droga, principalmente, ma anche a riti satanici e morte atomica (tematiche che verranno svolte ed rielaborate in toto dalla nascente scena Metal Doom dei novanta, non prima però di aver fatto proseliti durante gli anni precedenti ispirando un gran numero di gruppi hard rock in tutto il mondo) con un suono cupo, ossessivo e tagliente che nulla di buono lascia presagire se non morte e desolazione.

Fanno però da contraltare Changes, una stupenda ballata dove Ozzy canta con solo accompagnamento di pianoforte un malinconico tema d’amore (che molti asseriscono dedicato alla moglie ), decisamente in netto contrasto col resto del lavoro, e Laguna Sunrise , con il suo assolo di chitarra acustica dagli arpeggi melodiosi e un sottile strato di suono di mellotron sullo sfondo, che rivela sorprendentemente un Tony Iommi innamorato di Progressive che in qualche modo lo riconduce al breve rapporto avuto con Ian Anderson nei Jethro Tull, prima di fondare i Black Sabbath.

Il disco avrebbe dovuto intitolarsi Snowblind, (Neve cieca) titolo che fa esplicito riferimento alla droga e fu cambiato all’ultimo momento per l’insistenza esercitata dai discografici, con un generico Volume IV, assicurando così al lavoro un riparo da possibili denunce. Il pezzo forte è Tomorrow’s Dream, con un riff micidiale, grande standard del gruppo in concerto e brano molto imitato e omaggiato attraverso i vari decenni da decine di band ( accattivante la versione degli Screaming Trees nel 1992, retro del singolo Dollar Bill ) insieme a tanti altri del loro repertorio. Ottimi anche Supernaut , Wheels of Confusion, posto in apertura, e l’angosciante Under The Sun/Every Day Come & Goes, in chiusura dell’album.

Il disco ebbe un successo clamoroso in tutto il mondo e fu l’ultimo sussulto prima di avviarsi verso una carriera di routine, gloriosa e redditizia, che per quanto puntellata di concerti memorabili e dischi milionari, nulla aggiunge a quanto già dato.      

Il disco, protetto dal cellophan, è tuttora conservato tra i miei cimeli più preziosi accanto a tanti altri gloriosi reperti vinilici che hanno fatto la storia del rock e della vita mia.         

Luigi Ciavarella