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a cura di Nicola M. Spagnoli                                                        

Roma, martedì 16 novembre 2021 -  Abbiamo sempre ammirato la grafica rock made in Gran Bretagna dove c’è sempre stata comunque, storicamente, una vera e propria prevalenza per quella delle copertine dei dischi, con studi grafici che hanno fatto la storia fino a diventare vere istituzioni specie nel periodo progressive, un esempio su tutti lo studio Hipgnosis del mitico Storm Thorgerson, in America c’è sempre stato, piuttosto, un dominio della grafica poster e questo fin dagli albori del rock per passare al periodo più interessante e popolare, quello psichedelico e per finire, ma non è finita, a quello heavy.

Gli AMES BROS sono stati e sono ancora, fra le ditte grafic-design, forse la più prolifica e fantasiosa d’oltre oceano, composta, all’anagrafe, da Coby Schultz e Barry Ament, con un nome forse derivato da un celebre quartetto vocale di canzoni pop tradizionali degli anni ’50, gli Ames Brothers del Massachusset. I nostri invece vengono dalla parte opposta degli Usa, dal Montana e sono diventati famosi specialmente per la miriade di poster creati appositamente per i Pearl Jam, per ogni loro concerto si può dire (foto 1) anche se qui ci piace ricordare la seconda band che hanno trattato, non certamente seconda in ordine di importanza naturalmente, e che ancor oggi si avvale, per lo più, della loro arte grafica, i Metallica (foto 2).

Gli Ames comunque hanno lavorato, come dicevamo, prevalentemente con le sunnominate band ma sulle loro spalle hanno decine e decine di rock band, famose e non, e centinaia di lavori tali da riempire, finora, ben due interessanti volumoni e solo per quelli dedicati ai Pearl Jam (foto 3) per non parlare delle oltre 10 pagine a loro riservate sulla più celebre enciclopedia dei Poster nonché in altri libri simili come quello dell’editrice Tasken. I Metallica, sulla breccia dal 1981, sono forse, ancor oggi, il più importante gruppo heavy metal non solo degli Stati Uniti, tale da arrivare al primo posto in classifica alla prima settimana di uscita dell’album omonimo del ’91 con una ventina di milioni di copie vendute, hanno vinto ben nove Grammy Award e conquistato anche i rokkettari classici per la collaborazione con Lou Reed nel 2011, quindi non potevano proprio sfuggire all’arte degli Amos.

Uno stile duro e provocatorio distingue sempre i poster dei nostri dedicati ai Metallica (foto 4) anche se la loro arte è decisamente variegata con le creazioni più recenti che vagamente si rifanno alla storica grafica degli anni settanta ma non è disdegnato né lo stile liberty né mancano riferimenti a immagini della pittura classica come nella striminzita figura di Atlante del 2017 di un alto celebre poster (foto 5). Gli Amos non hanno mai disdegnato nemmeno il fumetto, sempre riferito al nostro gruppo rock, né quello tradizionale delle favole per bambini…cattivi (foto 6)  né quello ispirato ai manga giapponesi (foto 7). A volte sconfinano in esagerazioni kitsch con serigrafie translucide stile vetrate medievali, a volte, nelle loro incursioni nella storia della grafica rock, ritroviamo perfino riferimenti a quella funerea, ma pur sempre ironica, adottata da Rick Griffin per le copertine ed i poster dei mitici Grateful Dead di Jerry Garcia (foto 8).

Gli Amos hanno coltivato anche poster, generici, diciamo da collezione, dal sapore sessantottino, molti di questi ispirati al compianto Robert Crumb, l’ideatore di Fritz the Cat e della mitica copertina dell’esordio di Janis Joplin per intenderci, e non possiamo infine dimenticare la grafica dedicata ad altri, specie su T-shirt e CD, fra cui ai Coldplay, ai Radiohead, agli Strokes nonché a Sting o Neil Young, tanto per nominare i più noti.

 

                                                                          Nicola Maria Spagnoli

 

Foto1

 

Foto2

 

Foto3

 

Foto4

 

Foto5

 

Foto6

 

Foto7

 

Foto8