
Antonio Nardella ©redazione
San Marco in Lamis, martedì 14 ottobre 2025 - La nascita di quella che sarebbe diventata una delle canzoni italiane più celebri al mondo risale al 1958. Domenico Modugno, giovane cantautore pugliese, compose questo brano insieme al paroliere Franco Migliacci. L'ispirazione nacque in modo inaspettato: Migliacci raccontò di aver sognato se stesso mentre volava, dipinto di blu, sopra le strade di Roma. Questo sogno surreale divenne il nucleo emotivo della composizione. Nel febbraio 1958, il brano venne presentato all'ottava edizione del Festival di Sanremo.
La performance di Modugno fu rivoluzionaria per l'epoca: invece di stare immobile davanti al microfono come era consuetudine, il cantante si muoveva sul palco con le braccia aperte, mimando il volo. Questo approccio scenico, considerato audace e innovativo, contribuì al successo travolgente della canzone, che vinse il festival. Dopo il trionfo sanremese, la canzone conquistò rapidamente il mercato internazionale. Negli Stati Uniti, dove venne promossa con il titolo "Volare", raggiunse la vetta delle classifiche di Billboard, rimanendo in prima posizione per cinque settimane consecutive. Fu la prima canzone in lingua non inglese a ottenere un tale successo nelle classifiche americane del dopoguerra.
Il brano ricevette numerosi premi prestigiosi. Nel 1959 vinse tre Grammy Awards, inclusi i riconoscimenti per Canzone dell'Anno e Disco dell'Anno. Questi furono i primi Grammy assegnati a un artista italiano, segnando un momento storico per la musica leggera nazionale. La melodia divenne rapidamente un simbolo della cultura italiana nel mondo. Venne reinterpretata da centinaia di artisti internazionali, da Dean Martin a David Bowie, ciascuno portando la propria sensibilità al brano. La canzone apparve in numerosi film, programmi televisivi e pubblicità, consolidando il suo status di classico senza tempo. Ancora oggi, questo brano rappresenta un punto di riferimento nella storia della canzone italiana. La sua struttura melodica, che fonde elementi della tradizione musicale napoletana con sonorità moderne, ha influenzato generazioni di compositori.
Il successo di Modugno aprì la strada per altri artisti italiani nel mercato internazionale, dimostrando che la musica leggera italiana poteva competere sui palcoscenici mondiali. Dal punto di vista musicale, il brano presenta caratteristiche innovative per l'epoca. La melodia ascendente richiama l'idea del volo, mentre il ritmo vivace e la struttura armonica creano un senso di leggerezza ed euforia. L'orchestrazione, curata nei minimi dettagli, combina archi e fiati in modo da amplificare l'atmosfera onirica del testo. A distanza di oltre sessant'anni dalla sua creazione, questa canzone continua a rappresentare un'eccellenza della musica italiana.
Il suo messaggio universale di libertà e aspirazione trascende le barriere linguistiche e generazionali, confermando come la grande musica popolare possa diventare patrimonio culturale collettivo. L'eredità di Domenico Modugno vive attraverso questa composizione che ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo. Nel blu dipinto di blu finì anche in tribunale. Il compositore Antonio De Marco sostenne di aver trovato somiglianze tra il suo brano "Il castello dei sogni" e la canzone di Modugno e Migliacci. I due furono accusati di plagio. Ma De Marco quel brano non l'aveva mai registrato alla Siae: sosteneva che gli era stata rubata una valigetta con il testo originale.
Modugno non rimase a guardare di fronte a quelle che considerava accuse infondate e lesive della propria integrità professionale. Il cantautore pugliese intraprese un'azione legale per diffamazione nei confronti di De Marco. Il verdetto del tribunale fu netto: le dichiarazioni del querelante risultarono prive di fondamento, portando alla condanna di De Marco per le affermazioni diffamatorie pronunciate contro i due artisti.

