Redazione

Italia, giovedì 5 maggio 2016 -  La Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia è stata istituita con legge 4 maggio 2009 n°41, su iniziativa dell’On. Barbareschi. La celebrazione della Giornata ricorre il 5 maggio di ogni anno ed è un modo per sensibilizzare e per prevenire un malessere sociale che sta diventando emergenza. Bisogna favorire e tutelare tutte quelle condizioni individuali, familiari e sociali che proteggono i minori da abusi sessuali e che ne ostacolano la loro crescita.

 “È sempre il silenzio il vero nemico da contrastare; quell’orco che spaventa i bambini molto di più del buio dove, invece, forse, si sentono al riparo. Siamo tutti complici di quanto le cronache ci informano quotidianamente. Il nostro non indignarci e la nostra inettitudine sono da considerarsi un vero e proprio abbandono del minore” afferma Antonella Zuppa referente provinciale del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia-AN.

Con il diffondersi di internet, la rete si configura come il luogo elitario per la commissione di reati come la pedofilia e la pedopornografia. Se il maggior pericolo per un minore che chatta è quello di incontrare nel mondo reale l’adulto che lo ha “adescato” in chatroom, anche la visione di immagini a contenuto violento o pedopornografico provoca un disagio con conseguenze traumatiche.

L’approccio del pedofilo on line è agevolato da situazioni tipo come la mancata percezione del pericolo da parte del bambino; oppure il silenzio di quest’ultimo che non informa i suoi genitori; o, ancora, il trovarsi temporaneamente solo al pc.

Il pedofilo non è solito usare violenza alle vittime, ma cerca di arrivare all’atto sessuale dopo una fase di “corteggiamento” instaurando con il minore un rapporto anche affettivo.

Il fenomeno della pedofilia non si annida, però, solo tra le pagine di un social bensì lo si trova tra le mura di un palazzo del centro come in uno di periferia. Nella “società bene” come in quella che arranca giornalmente. Nella realtà, spesso, bisogna fare i   conti anche con la figura della “persona violenta nei confronti dei minori” che ha con la vittima una relazione incentrata esclusivamente sulla violenza, spinto dall’intento di scaricare le proprie frustrazioni personali.

E se quelle caramelle da non accettare dagli sconosciuti fossero offerte da chi si conosce? Se nemmeno più la famiglia e la scuola sono zone franche per i bambini, mi domando dove abbiamo sbagliato. Quando un adulto non è in grado di difendere e assicurare un’infanzia serena, come adulto ha fallito il suo compito. Proteggere un fanciullo è un nostro dovere e significa ipotecare il futuro” conclude A. Zuppa.

Papa Francesco ha affermato qualche tempo fa’: “La corruzione di un fanciullo è quanto di più terribile e immondo si possa immaginare”.