Samantha Berardino

Foggia, lunedì 1 luglio 2019 - Carissimi tutti, la campagna elettorale per scegliere chi guiderà l’Università di Foggia per il prossimo sessennio sta per volgere al termine e, prima del silenzio elettorale, voglio condividere con tutta la Comunità Unifg qualche riflessione scaturita dagli ultimi avvenimenti di questi giorni. A poche ore dal voto, non posso nascondere il mio rammarico per le vicende che hanno costellato quest’ultima fase della competizione, caratterizzate da una veemenza nelle reazioni, spesso scomposte e sicuramente inadeguate.

Considero il confronto libero delle idee e delle opinioni, anche quando diviene aspro, un esercizio di libertà che, se orientato in senso costruttivo, non può che contribuire alla crescita di tutta la comunità. Il confronto deve essere sempre improntato al rispetto del pensiero e del sentire altrui e non deve mai essere causa di repressione in qualunque forma essa si manifesti. Ringrazio ciascuno di voi anche per avermi semplicemente ascoltato, ma consentitemi di rivolgere un pensiero particolare a quei giovani del nostro ateneo che, con un coraggio ed una coerenza non comuni di questi tempi, hanno saputo farsi una propria idea e difenderla, anche esponendosi in prima persona.

Voglio cogliere questa occasione per ricordare non i punti fondamentali del mio programma, ma i principi e i valori che auspico possano ispirare nuovamente la nostra Università. L’Università di Foggia deve ritornare ad essere un presidio di democrazia, di legalità, di integrazione e di solidarietà, un luogo libero, aperto, dove ciascuno di noi può esprimere la propria opinione senza paura, senza il timore di ritorsioni, un luogo dove l’ascolto ed il dialogo siano strumenti di crescita costruttiva e non distruttiva, un luogo dove gli obiettivi siano frutto di processi di condivisione, confronto, rispetto reciproco e partecipazione attiva.

L’Università di Foggia deve riconquistare la sua identità. Deve ritornare ad essere una Comunità unita nel rispetto delle opinioni differenti, una Comunità che è capace, in un clima di serenità, di dare voce ad ognuna di queste opinioni, consapevole che, solo accettando e riconoscendo il valore dei pensieri di tutti, può crescere orientata alla ricerca della verità. È questo che come persone, prima ancora che come docenti, dobbiamo insegnare ai nostri studenti. Siamo chiamati a formare coscienze critiche e libere, non a sostituirci ad esse. Possiamo essere migliori di quello che siamo, tocca solo a noi vivere il cambiamento individuale e promuovere il cambiamento collettivo. La scelta a cui saremo chiamati il 2 luglio può essere un primo passo.

Desidero chiudere questo mio breve messaggio con le parole di una donna che è stata una delle menti più brillanti che l’Umanità abbia conosciuto, Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina: “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”.

Ad majora,

 

Lorenzo Lo Muzio