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di Antonio Daniele

San Marco in Lamis, giovedì 14 novembre 2019 -  Ancora una volta la città di Foggia è stata teatro di un avvertimento malavitoso verso un'attività commerciale. Questa volta non è come le altre volte. Ad essere colpita è stata un'attività portata avanti da giovani e frequentata soprattutto da giovani in quella che si chiama la movida della città. Questo atto malavitoso mi ha colpito per due circostanze che non possono lasciare indifferenti i foggiani, con essi l'intera Capitanata.

È stato colpito il cuore della città in una giornata piena di commozione per il ricordo delle vittime del tragico crollo di viale Giotto. In barba a qualsiasi forma di rispetto si è perpetrato uno sfregio a una ferita ancora aperta. Ma questo evento malavitoso ha sfregiato anche il cuore della cristianità foggiana. La nostra cattedrale ha subito dei danni alle prestigiose vetrate tanto da spostare momentaneamente le celebrazioni nella vicina chiesa dell'Annunziata. Colpire la cattedrale, anche di striscio, non ci deve lasciare indifferenti. La cattedrale è la chiesa madre dell'intera Arcidiocesi. Tutto questo la città di Foggia non lo merita. Per questo motivo a volte il silenzio può diventare complicità.

La città di Foggia è ricca di associazioni che sono il tessuto più vero di un popolo che si è rialzato dopo tante tragedie. Oggi queste associazioni rappresentano un muro contro chi vuole seminare solo paura e omertà. Non ci lasciamo vincere, ahimè, dalla rassegnazione e dall'assuefazione. Lo dobbiamo per il nostro territorio e per le generazioni future. Alziamo lo sguardo. Facciamo cordata con le Istituzioni preposte per camminare verso una società in cui la legalità e il senso civico non siano beni di lusso