Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 5 aprile 20190 -  Prima che i Santana si esibissero sul palcoscenico di Woodstock, ottenendo così una clamorosa affermazione con un suono spettacolare che contaminava rock e ritmi latini, Carlos, il leader e chitarrista -  da cui la formazione prende il nome - era un perfetto sconosciuto nella Bay Area di San Francisco, dove teneva dimora. Ad onor del vero qualche breve, seppur casuale ed effimera notorietà, l’aveva ottenuta quando fu chiamato da Bill Graham, allora patron del celebre Fillmore West, a sostituire Mike Bloomfield, resosi improvvisamente indisponibile a causa dei suoi problemi di droga.

 Un colpo di fortuna che gli consentirà non soltanto di suonare al tempio del rock, e apparire quindi in qualche brano nel doppio album (Live Adventures, a nome di Al Kooper) che ne seguì, ma, attraverso questa apparizione, riuscirà ad avere il fortunato ingaggio al festival di Woodstock. La partecipazione al famoso festival (che quest’anno festeggia il cinquantenario, ndr) consente ai Santana di farsi conoscere in tutto il mondo. D’altra parte la loro esibizione fu spettacolare e inusuale. Per la prima volta un combo di sei elementi provenienti dagli angoli più periferici di S.Francisco riuscirono ad incantare tutti con un suono fresco e pimpante che univa, come si è detto sopra, la natura selvaggia delle loro origini messicane al rock più incline alla seduzione della chitarra elettrica, di cui Carlos era maestro. Un crossover dalle prospettive imprevedibili ma soprattutto originali.

Dopo quell’esperienza la formazione registra il loro primo album senza titolo praticamente in corsa per meglio sfruttare gli spazi conseguenti alla loro improvvisa celebrità. Il risultato è splendido. Il suono dei Santana vibra di luce propria. Da Soul Sacrifice (il brano simbolo di Woodstock immortalato nel triplo album e nel film) a Evil Way e la tribale Jingo il gruppo schiera una varietà di musicisti che sono quanto di più elettrizzante si possa immaginare in quel momento. La voce più importante riguarda i percussionisti e tra questi spicca l’esuberante Mike Shrieve il giovanissimo batterista che si rese protagonista di un assolo di batteria incredibile durante l’esecuzione di Soul Sacrifice a Woodstock. Altri furono José Chepito Areas e Mike Carabello, un’autentica forza percussiva unica nel suo genere.

La storia musicale dei Santana fu lunga e tormentata. Ancora oggi il vecchio ed arzillo Carlos Santana continua imperterrito a deliziarci con la sua musica, sempre fresca e seducente, suonata tuttora nei palcoscenici del mondo, senza dimenticarsi di assestare all’occorrenza anche qualche colpo discografico come per esempio il clamoroso successo ottenuto con Supernatural nel 1999, un successo senza spiegazione plausibili. Difficile per noi dimenticarsi di Samba Pa Ti, il brano del 1970 che spopolò in Italia immortalando un’epoca irripetibile, come dappertutto d’altronde, proveniente da quel capolavoro che resta Abraxas, l’album che seguì il debutto e dove ancora oggi è ritenuto a ragione come il marchio di fabbrica inequivocabile di un suono unico ed irresistibile.

 

di Luigi Ciavarella