A cura di Nicola Maria Spagnoli

Roma, lunedì 18 luglio 2022 -  Nella miriade di musicisti che si sono scoperti o ad un certo punto riscoperti pittori, dobbiamo sinceramente dire che non ce n’è stato uno che abbia surclassato quello che lo stesso avesse in precedenza, o anche dopo, fatto con la musica e quindi che sia passato alla storia anche per quest’arte. Cominciando dal nostro Paese certamente molti si sono adoprati con gli strumenti diversi da quelli musicali quali pennello o almeno matita, su carta o su tela ed alcuni addirittura hanno osato l’autoritratto di cui in questo momento trattiamo e per giunta l’hanno utilizzato per i loro lavori musicali.

Personalmente mi ricordo di Tony Esposito che fece una mostra a Castel  San’Angelo in Roma su per giù nello stesso periodo in cui io lì esponevo i Dauni (2002), quando c’era anche il figlio artista di Gheddafi che mi regalò parecchie sue opere. Mi risulta, ma non ho le prove, che Vecchioni si cimenti spesso in quest’arte anche se per le sue copertine più belle sappiamo tutti che si era affidato al compianto Andrea Pazienza. Che lo stesso faccia Paolo Conte con ritratti di jazzisti è noto ma di Ivan Cattaneo abbiamo la certezza visto che qualche sua bizzarra copertina l’ha elaborata lui stesso. Anche Battiato ad un certo punto, oltre alle composizioni musicali d’avanguardia, classiche e pop, alla regia ed alla filosofia orientale, si volle cimentare prima con creazioni mistiche e floreali e poi anche con qualche ritratto ed uno lo pubblicò perfino in copertina. Non parlo della foto fanciullesca su Fisiognomica ma dell’olio su tavola del vegliardo mistico sulla sua seconda opera lirica Gilgamesh che, perché no, potrebbe anche essere un autoritratto (foto 2). Ci dicono che si dilettano nella pittura anche, per chiudere con i nostri, la Teresa De Sio, Jovanotti, Capossela e Renga ma non a livello di alcuni mostri d’oltre manica e d’oltre oceano, prima fra tutti la grande Joni Mitchell.

Costei fin dai primi dischi si ritrasse in copertina a partire dal pittoricismo di Clouds (foto 3) del‘69 per continuare con il minimalismo di Ladies of the Canyon (foto 4) e da lì sempre di continuo fra foto e suoi dipinti per una trentina di album con poche eccezioni astratte fra cui il quadro per l’ottimo Mingus del ’79, riuscendo ad arrivare ad uno stile crudo e impietoso anche per se stessa, un po’ diciamo alla Van Gogh passando anche per il surrealismo (foto 5), insomma è l’unica che merita anche un suo autoritratto ad introduzione di questo scritto. Un’altra colonna della musica e della poesia è Bob Dylan che qualche tentativo lo fece, con il debutto di The Band innanzitutto nel 1969 in un dipinto campagnolo e infantile seppure gradevolmente coloristico (foto 6) ma soprattutto con il tanto vituperato Selfportrait (foto 7) di nome e di fatto del 1970, fece il bis in Anoter Selfportrait in cui però non ci somigliava per niente (foto 8). Meglio gli è riuscito il proprio ritratto di profilo in Blood on the Tracks (foto 9) e altri schizzi qua e là in altri dischi anche se non necessariamente sono stati autoritratti come in Oh Mercy.

Per restare fra i grandi come non citare Andy Warhol con tutti i suoi ritratti di foto ritoccate, parecchie delle quali finite sulle copertine, per Paul Anka, Diana Ross, Mick Jagger etc. e John Lennon che con i suoi schizzi insieme a Yoko o nelle reminescenze oniriche di  Walls and Bridges (foto 10) e di Shaved Fish si dilettò nel disegno. Anche Paul McCartney non lesinò al pubblico i suoi schizzi e lo fece soprattutto con alcuni che potremmo interpretare come ritratti…astratti, tanti per esempio nel libretto allegato della collaborazione con Youth per il poco fortunato duo dei Fireman (foto 11).  Di copertine realizzate a pittura o a disegno il grande Robert Wyatt ne ha avute a bizzeffe ma tutte realizzate dalla moglie Alfreda Benge (foto 12) anche se alcuni ritratti di tipo decisamente psichiatrici qualcuno pensa li abbia realizzati proprio lui (foto 13).

Per rimanere in terra d’Albione mi rimasero impressi ai tempi la copertina trans-avanguardista del primo live di Sting (foto 14) riconoscibilissimo come figura nonostante le veloci e coloratissime pennellate, il bel ritratto di Eric Clapton fatto da Peter Blake (foto 15) in un figurativo ritorno alle origini dimentico dell’accozzaglia di Sgt. Pepper, come in alcuni ritratti nella copertina multimmagini realizzata per gli Who (foto 16). Per concludere come non ricordare dalle parti nostre alcuni disegni-ritratti al Photoshop per le copertine di Renato Zero (foto 17), idem quelle per la Bertè anche a fumetti o, meglio ancora per Celentano/Mina e soprattutto il duo d’arte Balletti/Mina per le tante, ma tante copertine bizzarre, comiche, surreali ma anche infantili e qui ci piace ricordare quella che ci piace di più, forse l’unica disegnata direttamente a mano, quella di Facile! (foto  18).

 

                                                                                                            Nicola M. Spagnoli

 

 

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