Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 4 gennaio 2016 - Chissà se esiste un tempo massimo per l’uomo… per non sbagliare. Per essere perfetto (o quasi) o almeno per essere finalmente, dimostrandolo, un essere superiore a tutti gli altri che popolano questo pianeta. Mi sembra che una data ben precisa non ci sia. Anzi, più la nostra civiltà “evolve” e più il giorno della nostra superiorità intellettiva… si allontana. Stiamo distruggendo di tutto. E incuranti della nostra “velocità divoratrice di tutto” ci stiamo anche… autodistruggendo. Le guerre che hanno costellato la nostra storia non ci hanno insegnato assolutamente nulla!!! La distruzione del nostro pianeta è aumentata in modo esponenziale.

 Molte specie animali se potessero parlare ci direbbero a viva voce che stiamo esagerando, non solo loro: ma anche la flora ci rimprovererebbe del nostro “modus operandi”.

 In pratica saremmo ininterrottamente ripresi da tutte le specie del creato: flora e fauna.

 Ma a pensarci bene qualcosa del genere è successa pochi gironi fa: Koko, una femmina di gorilla, usando il linguaggio dei segni, ha detto:

 “Io sono un gorilla. Sono fiori, sono animali, sono natura. Koko ama l’uomo e ama la Terra. Ma l’uomo è stupido e Koko è triste e piange. Il tempo stringe. Aiutiamo la terra. Facciamo presto. Natura, io ti guardo… Grazie”.

 Ci facciamo riconoscere da tutti… anche dai gorilla!!! Vergogniamoci…

 E l’ha detto, nel vero senso della… parola. Nel senso che capiva quello che diceva. Ogni tanto noi umani qualcosa di serio la facciamo: abbiamo riconosciuto ai mammiferi e ad alcuni uccelli di essere provvisti… di COSCIENZA!!!

 Il tutto è avvenuto il 7 luglio del 2012 a Cambridge, dove una commissione di neuroscienziati, fisici, chimici ed affini, preseduta dal fisico Stephen Hawking, ha redatto “La Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza”.

 Dove appunto si dichiara che tutti i mammiferi ed alcune specie di uccelli sono coscienti e consapevoli ALLO STESSO LIVELLO DEGLI UMANI.

 Ma dovevano continuare dicendo… “che molti umani non sono consapevoli allo stesso livello di molti animali”. (Questa postilla a Stephen gliela faccio aggiungere appena lo vedo…)

Il discorso COSCIENTE tenuto dal gorilla Koko è stato fatto a Parigi pochi giorni prima di Natale, durante la “Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima”. Quindi, una cosa seria, fatta da gente seria e presieduta da gente importante.

 Il gorilla oratore si è fatto capire bene. Anche se si è espresso con il linguaggio dei segni, poiché traduttori del suddetto alfabeto, hanno tradotto negli auricolari degli altisonanti rappresentanti del genere umano lì presenti, tutto il discorso per filo e per segno del primate Koko.

 Però, però, c’è stato sempre qualcuno che non ha capito bene. O meglio, ha fatto finta di non capire. Alcuni politici che presiedevano tale incontro hanno scambiato il discorso del gorilla per una richiesta di più cibo… congelato, che deve arrivare nelle zone aride dell’Africa dove normalmente abitano questi nostri cugini.

 Altri hanno capito che il gorilla voleva… risposarsi. Nel senso che, con quel discorso chiedeva una nuova… gorilla. Poiché quella che aveva, l’aveva tradito con l’unico esemplare di uomo di Neanderthal rimasto nascosto nella giungla.  

 Altri nostri rappresentati presenti a quella conferenza per “Fare-finta-di-salvare-la-terra”, avevano capito che il gorilla chiedeva un microfono, poiché quello che diceva non riusciva ad arrivare a tutti. E si sforzava facendo segni incomprensibili.

 Alla fine del discorso, il gorilla Koko, andò via e rientrò in Africa. Dove venne accolto dai suoi simili. I quali capirono tutto il discorso del loro amico.

 Lo capirono anche senza il linguaggio dei segni. Poichè quello che il resto del nostro pianeta ci richiede da sempre, loro lo conoscono molto bene.

 Ma siamo noi umani che non riusciamo a capirlo. Nonostante abbiamo avuto il dono dell’intelletto, della coscienza, del sapere, della ragione, del concetto di spazio-tempo, e di tutto ciò che dovrebbe differenziarci dagli altri esseri viventi di questo pianeta.

 Non vorrei che tra qualche centinaia di anni, gli uomini che abiteranno questa terra, facessero la fine degli umani del film “Il pianeta delle scimmie”. Dove i primati presero il potere territoriale e intellettivo che fino a pochi anni prima spettava al genere umano.

 E se succedesse, sarebbe anche giusto. Evidentemente la Natura quando si sbaglia se ne accorge. Con i suoi tempi…

 (E poi rimedia!!!)

 

                                                    Mario Ciro Ciavarella