Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 12 febbraio 2016 -  Dalla gioia al dolore a volte il passo è breve. Sembra che tutto stia filando liscio e poi improvvisamente il caso o il destino ci mette del suo. E una bella festa in arrivo può trasformarsi in disgrazia. Tra quelle più dolorose c’è senza dubbio un matrimonio che può trasformarsi in un funerale. E a volte succede. Ed è quello che stava per succedere a Savona, dove una giovane promessa sposa era data per morta pochi giorni prima del matrimonio. Data per morta non nel senso che era scomparsa, ma nel senso che veniva “spacciata” per morta. Ma era viva.

 Lo storia è strana. Il tutto era stato orchestrato per non pagare, momentaneamente, l’abito da sposa(?!) La madre dello sposo si recò dalla negoziante dicendo che la futura sposa era morta, e che quindi quell’abito poteva servire alla ragazza per vestirla… nella bara.

 Quindi, un abito bianco che diventava simbolicamente nero.

 La negoziante presa dal dolore, non esitò a dare l’abito alla richiedente che lo portò alla sposa “rediviva”, la quale si sposò regolarmente.

 Storia di un altro mondo. Non nel senso che viene dall’aldilà, ma che potrebbe venire da un altro pianeta. Dove la ragione umana non ha condizione di esistere.

 Ma come può la mente umana pensare una cosa del genere? Non può essere. Noi umani non arriviamo a tanto, saremmo senza dubbio degli esseri che non abitano questa terra, dove ci viviamo seguendo delle regole civili, che nel tempo abbiamo perfezionato.

 Facciamo finta che tutto ciò sia successo su un altro pianeta, dove non abitiamo noi umani, ma un altro genere di esseri viventi, che chiameremo: “Simil-Umani”.

 Questi Simil-Umani sono abituati a vivere in un modo strano: per vivere bene devono necessariamente dire bugie. È nel loro DNA, inventano cose del tipo:

 - che riescono a vivere senza mangiare anche per tre mesi consecutivi

- che riescono a vivere con 100 euro al mese riuscendo anche a pagare il mutuo per la casa di 400 euro al mese.

- che vivono sugli alberi usando gli ascensori per arrivarci

- che sanno tutte le tabelline a memoria, anche al contrario(?!)

- che bevono senza usare bottiglie, bicchieri ed affini

- che suonano qualsiasi strumento anche senza ascoltare quello che stanno suonando

 Adesso, questo strano popolo di uno strano pianeta, anche loro hanno il problema del matrimonio, problema nel senso che i matrimoni costano, e di conseguenza si va avanti spesso con anticipi e saldi.

 Arrivato il momento di saldare il conto di un matrimonio “extraterrestre”, la sposa per non sposare più il suo sposo diventa… uomo.

 E quindi tutto salta, tutto viene rimandato a data da definire. Ora, questi Simil-Umani pensano che sia arrivata l’ora di finirla di dire sempre fesserie e di diventare “Quasi Umani”.

 Ma il passo non è breve, poiché a questo strano popolo manca ancora un qualcosa che non hanno mai avuto: la coscienza.

 E per dotarsi di coscienza pensano di intraprendere un lungo viaggio per giungere sul nostro pianeta, dove la coscienza è di casa. Appena arrivati sul nostro pianeta i Simil-Umani si accorgono che poi tanto diversi da loro non lo siamo.

 Anche qui le bugie sono quasi all’ordine del giorno, soprattutto quando vedono anche delle spose vestite… di nero. Non perchè sono a lutto, ma perché qualcuno ha reclamato in un negozio di abiti da spose, dicendo che il nero… sfila meglio il corpo delle donne.

 E quindi non solo ha preteso un vestito nero da sposa per il giorno del proprio matrimonio, ma anche un indennizzo al negoziante per averci… provato.

 Nel senso che la sposa poteva sembrare molto più grassa del dovuto per colpa del commerciante che tentava di venderle un abito da sposa bianco!!?? Un tentativo per screditare la bellezza altrui: la negoziante avrebbe dovuto pagare il danno recato.

 Visto e considerato che il nostro pianeta non era poi così diverso dal proprio, i Simil-Umani decisero di restare sul loro, dove continuarono a sposarsi, anche tra generi dello stesso sesso.

 Un fatto troppo extraterrestre per noi!!!

 

                                                                   Mario Ciro Ciavarella