Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 18 settembre 2016 -  Dal presente articolo la rubrica “il (dis)senso della vita” cambia titolo in “Copia conforme”, dopo essere nata anni fa come “Fantapolitica”. I tempi cambiano e anche i titoli delle rubriche. “L’involuzione umana” ci costringe anche a questi piccoli sacrifici. Lui l’ha visto ed è come ce l’hanno sempre raccontato: con la barba, gli zoccoli, le corna e puzza di zolfo. Si deve per forza presentare così, il diavolo, altrimenti potremmo avere dei dubbi con chi abbiamo a che fare.

 Come quando lavoriamo: bisogna indossare una divisa, altrimenti il nostro interlocutore potrebbe avere dei dubbi sulla professionalità della persona con la quale sta discutendo.

 In verità, molte religioni considerano il demonio soprattutto un’entità soprannaturale o spirituale, senza corpo; contrapposto a dio, rappresentante del Male. Il diavolo è colui che divide.

 E divide la gente anche in chi gli crede e in chi non gli crede. Ma forse è proprio quello il suo intento: generare dubbi, far nascere incertezze sulla bontà di dio. Le religioni, che credono nelle possessioni diaboliche, hanno creato dei riti per sconfiggerlo.

 Riti che sono stati anche tramandati ai cristiani direttamente da Gesù Cristo, al quale viene riconosciuto il primato di essere stato il primo esorcista della storia, oltre che guaritore.

 Teoricamente tutti i sacerdoti cattolici sono degli esorcisti, ma c’è un piccola cerchia eletta direttamente dal Papa, che nomina gli esorcisti ufficiali, e ieri è morto quello più potente e conosciuto in tutto il mondo, padre Gabriele Amorth.

 Personalmente credo che i religiosi che abbiano una fede incrollabile siano di due categorie: i missionari e gli esorcisti. Non si può essere missionario senza una convinzione che arrivi direttamente dall’alto sulla certezza dell’esistenza di dio; e dicasi altrettanto per gli esorcisti: hanno una visione del mondo terreno ed ultraterreno abbastanza precisa: se esiste il Male, esiste anche il Bene.

 Ed è ciò che spinge missionari ed esorcisti ad andare avanti con la loro fede incrollabile: la certezza di dio, al di là delle stranezze dl mondo.

 Padre Amorth sicuramente ha visto il diavolo, ci ha parlato tante volte in tutte le lingue del mondo (anche quelle morte…) e spesso l’ha convinto a lasciare i corpi dei posseduti, ormai dei derelitti, per farlo ritornare nella sua sede di origine, l’inferno.

 Come padre Amorth ha ammesso più volte, i casi di possessione diabolica sono rari. E mediamente ha esorcizzato nove persone al giorno, tutti i giorni per decenni. E i casi autentici sono un centinaio e non di più, quindi tutti gli altri erano dei casi psichiatrici di difficile diagnosi.

 L’esorcista è come un medico specialista: spesso ti fa ritornare per rivedere il tutto e rendersi conto se la “cura” prescritta (preghiere e riti particolari) ha avuto l’effetto sperato. Non voglio assolutamente  screditare il lavoro svolto da questi sacerdoti, che secondo me svolgono uno dei “mestieri” più difficili del mondo.

 Infatti, quando un probabile indemoniato si presenta davanti ad un esorcista per la prima volta, questi gli chiede le cartelle cliniche del reparto di psichiatria. E dopo averle studiate c’è la possibilità che inizino le prime “sedute” per convincere l’ospite indesiderato a lasciare quel corpo innocente.

 Il discorso delle possessioni diaboliche è molto complesso: dobbiamo fidarci di quello che ci raccontano gli esorcisti, quando ad esempio dicono che se viene buttata dell’acqua benedetta sui posseduti, questi reagiscono in modo violento. Se invece viene buttata ”acqua di fonte”, non c’è nessuna reazione, è un atto di fede che abbiamo verso questi sacerdoti: o ci crediamo a queste storie oppure no!!

 I tanti testimoni che assistono a degli esorcismi non fanno altro che confermare quello che viene raccontato dagli esorcisti. In primis i famigliari di questi soggetti probabilmente posseduti. E sono proprio i famigliari che confermano spesso resoconti genuini: perché dovrebbero esagerare nelle descrizioni degli atteggiamenti dei loro cari, che magari, non hanno da anni un minuto di pace?

 Il diavolo invece non viene visto dai posseduti, loro lo vivono dentro le loro ossa, e non ricordano nemmeno le battaglie fisiche sostenute durante il rito di liberazione. Vedono sui loro corpi le conseguenze del “dopo rito”, quando il prete e gli “uomini di fatica” cercavano di tenerlo a bada.

 Quando le sembianze demoniache classiche vengono viste dagli esorcisti, quasi sempre si presentano sottoforma di caprone, con le corna, gli zoccoli, la coda… e la puzza di zolfo. Padre Pio spesso lo vedeva come un cane nero, rabbioso, e che spesso vinceva sul piano fisico lo scontro contro il frate. Ma non su quello spirituale, il demonio “canino” scappava dopo che le preghiere del frate facevano effetto.

 La medicina ufficiale non crede nelle possessioni diaboliche, d’altronde deve fare il suo mestiere. Anche se ci sono talmente di quei misteri che ci sfuggono e che la scienza forse non saprà mai dare delle risposte.

 C’è anche da dire che la mente umana è la “cosa” più complessa dell’universo, e ogni mente è diversa da un’altra: tanti universi umani inspiegabili (su questo non ci sono dubbi!! anche la scienza lo dice!!)

 Padre Gabriele Amorth il diavolo l’ha visto, non solo durante i suoi esorcismi (anche se raramente), ma anche quando era partigiano: da giovane ha dovuto combattere contro i suoi simili che uccidevano altri simili che odiavano altri simili. Un diavolo molto terreno che nessun esorcismo saprà sconfiggere: l’uomo fatto di carne e sangue. E da pochissima entità spirituale.

                                                               Mario Ciro Ciavarella