Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 18 settembre 2016 -  Dal precedente articolo la rubrica “il (dis)senso della vita” cambia titolo in “Copia conforme”, dopo essere nata anni fa come “Fantapolitica”. I tempi cambiano e anche i titoli delle rubriche. “L’involuzione umana” ci costringe anche a questi piccoli sacrifici. Il presente editoriale che sto per scrivere è quello più difficile da quando, a volte scherzando e a volte molto seriamente, cerco di descrivere la dura realtà che a volte ci circonda.

 Parliamo di eutanasia sui minori. In Belgio tutto ciò è stato ufficializzato il 13 febbraio 2014: i genitori di un bambino, di un ragazzo o comunque di un figlio minorenne, potranno decidere di farlo cessare di vivere se il loro figlio lo chiedesse.

 (Lunga pausa di riflessione).

 Ed oggi 17 settembre 2016 in Belgio è stata eseguita la prima eutanasia su un minore, di 17 anni, che soffriva di dolori insopportabili, non sappiamo per quale patologia. Prima dell’eutanasia vera e propria sono stati usati dei sedativi per indurre il coma nel paziente. La legge specifica inoltre che anche il minore deve esprimere una forma di consenso, oltre che i genitori dello stesso.

 (Un’altra lunga pausa di riflessione)

 Mi interrogo da sempre sul perché della vita: se tutto ciò che ci circonda è frutto del caso oppure c’è un’attenta regia. Nessuno lo sa. La nostra Coscienza a volte ci indica la strada della casualità e a volte ci indica la strada della volontarietà di un’Entità della quale non conosciamo assolutamente nulla. Ma sospettiamo qualcosa.

 Vivere direttamente (come paziente) o indirettamente (come famigliare) la tragedia di una malattia in casa, credo che sia un fatto prettamente personale: la legge deve tendere a far scegliere la soluzione meno peggio, ma non può giudicare (condannando) la scelta fatta. Siamo nati liberi di scegliere e di agire.

 Il dolore che si prova per un figlio sofferente, soprattutto se è minorenne, lacera la mente e le ossa dei parenti più stretti. Non ho avuto la fortuna di essere padre, ma penso di potermi immedesimare in un genitore che vede spegnersi davanti ai suoi occhi tutto ciò per cui ha vissuto: vivere per una vita per generare un’altra vita.

 Dire di sì alla fine della vita di un figlio che ormai tutto sembra tranne che un essere vivente, è una scelta forte e assolutamente non giudicabile. D’altronde la legge belga non obbliga a mettere fine alle sofferenze di un figlio minorenne, ma ne dà la possibilità.

Dinanzi a questo dilemma ci sentiamo come il biblico Giobbe, il quale soffrì senza alcuna colpa. Per gli ebrei l’amicizia con Dio dell'uomo giusto è portatrice di una ricompensa terrena.

Il caso di un giusto colpito dalla sofferenza doveva essere ritenuto come un incidente limitato nel tempo da superare con la prudenza e la pazienza. Le virtù del saggio avrebbero portato alla fine del dolore e al premio immediato. Tutto questo per gli Ebrei del tempo… quale non si sa!

Ma in questi casi non è così: i tanti genitori, che vedono consumarsi le vite dei loro figli e che vestono non solo gli abiti, ma la vita intera del biblico Giobbe, su questa terra non hanno nessuna ricompensa. Nemmeno Giobbe la ebbe. E non capì mai nulla delle sue tante sofferenze.

Sono i Testi Sacri che a volte non sono chiari o siamo noi che non riusciamo a comprenderli?

Ci rivolgiamo a questo punto a tutti gli autori della Bibbia e di tutti i libri sacri di tutte le religioni: fate delle nuove edizioni con note esplicative sui tanti perché della vita e su come mai non li abbiamo capiti nelle edizioni correnti!!!

Altrimenti si rischia di condannare per l’eternità (non su questa terra, qui ci sono leggi ben precise e chiare) ma all’Altro Mondo, genitori che non hanno capito i tanti messaggi descritti (e cifrati) nei libri sacri.

È sufficiente far riunire gli autori dei 73 libri della Bibbia, più Maometto per il Corano, più centinaia di autori dei testi sacri dell’Induismo e del Confucianesimo e il mistero è risolto.

E se poi qualcuno ci suggerisce che il problema è di facile soluzione poiché l’autore di tutti questi testi è solo uno: Dio (e visto che lo conosce bene), che gli dica di essere più chiaro e invii a tutti lo stesso libro: un solo volume, possibilmente tascabile, con caratteri ben leggibili, non autorizzando a nessuno libere traduzioni e interpretazioni!!!! e che venga direttamente lui a consegnarcelo a domicilio.

Così sapremo finalmente se anche per i bambini del Belgio il paradiso può attendere!!!!

      

 

                                                                 Mario Ciro Ciavarella