Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, lunedì 5 dicembre 2016 -  Nonostante l’avanzare dell’età e i suoi immancabili acciacchi, il “Demiurgo del Gargano” continua imperterrito  e senza sosta alcuna, a sfornare  opere, utilizzando tecniche e materie tra le  più svariate: dal classico olio su tela all’acrilico; dal gesso alla cartapesta; dalla terracotta alla ceramica;   dal legno al cartone; dal cuoio al pellame;  dal cemento al cartongesso, dalla pietra al quarzo, dagli scarti oggettuali ai  residui metallici di ogni lega. Lo fa, pur di soddisfare la sua sete profonda di  conoscenza e di verità sul destino dell’uomo e del mondo contemporaneo.

 Il riferimento è a Nick Petruccelli (San Marco in Lamis 1940), artista errante venuto su dopo un breve ed intenso periodo  di emigrazione trascorso in Germania e in Australia, dove qui si è fatto, frequentando la Technics School di Melbourne ed avendo come maestro il fratello Peter, scomparso da pochi anni,  ormai noto in tutto per la sua arte ceramica e pittorica, di cui tra pochi giorni si celebrerà nella cittadina garganica l’apoteosi con la presentazione di un catalogo e una mostra. Nick lavora sodo nel suo laboratorio, a piano terra, della sua casa – museo a Porta San Severo.  Dopo aver descritto l’orrore della shoah e delle foibe, si sofferma a lungo  sulla follia umana del materialismo e del consumismo ed ancor di più sulle brutture dell’era odierna del post-industrialismo e dell’impatto ambientale e  dell’urbanesimo, con le sue emergenze di vario tipo.

Nelle sue ultime opere approda al mistico – metafisico, già sfiorato in passato con la cosiddetta “spiritualità arcaica” e più recentemente attraverso le sue innumerevoli opere di arte sacra in legno e in acrilico, per finire alla rappresentazione del libero arbitrio dell’uomo, ossia la libertà di  “dannarsi” o “salvarsi” ( vedi immagine: Inferno nel cerchio – mondo rosseggiante  a sx e il Paradiso di uguale forma, ma di colore chiaro, anzi diafano ed etereo  a dx). Sotto invece è ben rappresentato l’inferno dell’esistenza umana contemporanea, ispirata  dal maligno con la cementificazione delle città, la distruzione dell’ambiente e della natura, gli effetti altrettanto disastrosi generati dalle guerre e dal terrorismo. Insomma,  il caos, di cui il Maligno è il gran maestro, a differenza dell’ordine e della chiarezza, che caratterizza il creato e il suo Supremo Creatore.

Dal disordine se ne può uscire fuori solo attraverso l’Apocalisse e lo sforzo della nostra volontà. Volontà che può diventare docile per via della fede e  dell’esempio evangelico della sofferenza e della crocifissione lasciatoci dal Cristo, il cui segno traspare in ogni dove, indicandoti la via, la verità e la vita. Principi, a cui l’artista ci tiene tantissimo, per via della sua formazione  e credo religioso, suscitando in lui sentimenti ed emozioni che lo hanno spinto a realizzare tantissime ed originali opere sacre che si ammirano in importanti  templi, a cominciare dal vicino Convento di San Matteo, che si fregia dei suoi maggiori capolavori in legno e in materia mista.

Da non dimenticare la Madonna del Carmine di Rignano Garganico, custodita nell’omonima chiesa e realizzata in noce massiccio nel 1978 per conto dell’allora parroco, il compianto don Pasquale Granatiero. Opera, quest’ultima, molto apprezzata e recensita dai migliori critici del momento (vedi Gaetano Cristino, Katia Ricci, ecc. in “Nick Petruccelli – Opere 1968 – 2008”, Claudio Grenzi Editore, 2009).