Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, sabato 16 settembre 2017 - Successo partecipato e ricco di prospettive per il 60° compleanno del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, a San Marco in Lamis. Qui ha avuto la sua sede per moltissimi anni, prima del suo definitivo trasferimento a Foggia. L’evento lo si è ‘festeggiato’ fino al primo pomeriggio di ieri al Convento Santuario di Maria SS. di Stignano, luogo di concepimento e parto dell’Ente montano ai tempi di Padre Gerardo Di Lorenzo, ofm, e del generale Latessa del Corpo Forestale Statale, originario di Monte S.Angelo.
C’erano quasi tutti i sindaci del Promontorio e i massimi rappresentanti istituzionali della Regione e della Capitanata. Tra l’altro, il primo cittadino di San Giovanni Rotondo, Costanzo Cascavilla e quello di Rignano, Luigi Di Fiore, in coppia con il consigliere comunale Viviana Saponiere. Ad aprire i lavori è stato Michele Loffredo, v. presidente dell’Assostampa della Puglia ed emerito dirigente regionale, che si è detto felice di coordinare una iniziativa importante come la presente e in un luogo così bello ed intimo, da cui mancava da un ventennio e passa. C’era stato in occasione delle nozze d’argento di un caro collega, festeggiate in pompa magna con invitati illustri provenienti da ogni parte della provincia.
Ed ancor di più perché si tratta di un sodalizio (quello in parola) assai benefico per la salvaguardia e lo sviluppo del Promontorio, grazie al buon governo e ai progetti realizzati negli ultimi decenni, rappresentati per l’occasione, oltre che dall’attuale responsabile Eligio Giovanni Battista Terrenzio, dai suoi predecessori, seduti in prima fila, quali la Jennifer e Giancarlo Frattarolo. Ha preso, poi, la parola il padrone di casa, ossia sindaco di San Marco, Michele Merla, evidenziando che l’Ente in questione è assai caro ai suoi cittadini per via di sentimenti e ricordi passati e per la presenza a Borgo Celano di uno dei vivai e centri didattici naturalistici tra i più attrezzati ed importanti dello Stivale.
Lo ha seguito a ruota, il presidente dell’Ente organizzatore, Terrenzio, accompagnato per l’occasione da Giosuè Del Vecchio ed Antonello Gentile, componenti il CdA, che per sommi capi ha sciorinato i principali interventi effettuati o in corso e quelli per il futuro portati avanti dal sodalizio. E’ salito, poi, in cattedra Giuseppe De Filippo, presidente dell’ANBI della Puglia, che, in risposta anche ai puntuali ed appropriati rilievi- commenti di Loffredo, si è intrattenuto ad analizzare le cose che non vanno, come le divise competenze, che non permetterebbero di intervenire all’unisono per la soluzione dei tanti problemi sul tappeto. L’assessore regionale dell’Agricoltura, Leo Di Gioia, dal canto suo, ha stigmatizzato l’interesse del suo Ente per entrambi i Consorzi della provincia, in quanto all’avanguardia in Italia, come idee –studi, attrezzature ed esperienza.
Brillante e ricca di particolari scientifici, la relazione a tutto campo del direttore generale dell’Ente, l’ingegnere Marco Muciaccia, che ha illustrato con lucidità di pensiero e in modo esaustivo e dettagliato, aiutandosi anche con il video in maxi schermo il complesso ruolo ed azione svolti dall’Ente nei vari settori d’intervento, dagli invasi, agli acquedotti rurali, alle zone irrigue, agli studi analitici sull’ambiente e il territorio, toccando anche i temi della sicurezza, intesa nel senso più pieno della parola. Francesco Vincenzi, presidente nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e Acque irrigue, è toccato approfondire in modo più politico la questione, soffermando in particolare sulla sicurezza e prevenzione.
A suo dire, sta nell’estrema cura della montagna, la sicurezza di essa e la prevenzione da ogni tipo di disastro naturale: esondazione, frane, smottamenti, incendi, ecc. Insomma se la montagna sta bene e non viene violentata dagli interventi maldestri degli uomini, anche i luoghi in declivio o in basso possono ritenersi sicuri e forieri di integrità e sviluppo. Ha concluso, infine, lo stesso Loffredo, auspicando l’abbassamento del costo dell’acqua sia potabile sia per motivi irrigui, perché così facendo si può favorire per davvero la crescita economica e della qualità della vita in questa e in altre zone d’Italia.
Il tutto è terminato nel primo pomeriggio con l’aperitivo e il pranzo, serviti nei due chiostri (una delle tante rarità del rinascimentale complesso architettonico), con piatti e pietanze di provenienza locale e doc, come i vini di marca daraprì e Catapanus delle note cantine sanseveresi D’Alfonso Del Sordo , mentre il resto è merito del ristorante Saponaro di Foggia.