Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 3 luglio 2015 -  La Putèca, il sodalizio letterario degli Autori dialettali sammarchesi (San Marco in Lamis, Foggia) dopo quattro anni dalla pubblicazione delle silloge “Fòchera mpètte mestecate”, si ripresenta ai lettori con un nuovo lavoro editoriale dal titolo “Vernìce de core”, titolo suggerito dall’amico Onofrio Grifa. A differenza della raccolta precedente, centrata sul tema della Settimana Santa in particolare sulle Fracchie, in questa gli autori non toccano un argomento specifico, ma spaziano su varie tematiche (i giochi di una volta, i mestieri del passato, l’amore materno, la fanciullezza, la vecchiaia, la gioia e la sofferenza che accompagnano l’esistenza dell’uomo).

 Apriamo con una poesia del nostro Joseph Tusiani, che immagina un dialogo con gli uccelli che volteggiano sul Campanile della chiesa Madre. Seguono le composizioni degli altri autori, in cui ognuno esprime i propri sentimenti e i propri affetti. Emerge un quadro composito e vario della condizione dell’uomo, che solo la poesia riesce ad esprimere.

 Rivolgiamo l’invito a coloro che hanno ispirazione e creatività a comporre nella nostra lingua primigenia e a far parte della Putèca.  L’invito è rivolto in modo particolare ai giovani, perché a loro è affidata l’esistenza e la continuità del nostro dialetto.

 Di seguito le poesie e i relativi autori:

 “Li vucelle ‘lu campanare”                            

(Joseph Tusiani)

 

“L’amore che ime tenute”

“La vita che fuje”                                            

“Na mamma”

(Mario Ciro Ciavarella)

 

“Li tempe de na vota”

“Lu destine”

(Matteo Coco)

 

“Lu balle”

(Mikalett)

 

“Manneja la meseria”

“Lu vecchie cerre ‘la Villa”

“L’onna furiosa”

(Antonio Guida)

 

“Spannene li detra”

“L’angele rumeje”

“Spija ncele”

(Luigi Ianzano)

 

“Lu tremute”

“Chiove”

“Lu scruccone”

(Donato Ianzano)

 

“Lu piatte de creta”

“Li bullette”

“Mamma”

(Michele Radatti)

 

“A llu chiane”

“Lu temone”

“Santemarche come l’ardica”

(Michele Totta)

 

“Li vecchie”

“La poisia ‘li matte”

“Na stella”

(Maurizio Tancredi)

 

“La vita docia”

“Lu zappatore”

“Aria de neve”

(Antonio Villani)

 

“Li ntrantele”

“Li cavezune alla zuarra”

“Lu tricicle”

(Pietro Villani, 1947)

 

“Patane e castagne”

“Sope lu Trone”

“Quiddu che non l’eje ditte”

(Pietro Villani, 1962)

 

 

 

                    

                                                                                 Mario Ciro Ciavarella