Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 24 giugno 2019 - Non se ne viene a capo. Il discorso lo si può prendere da qualsiasi verso, ma alla fine la somma… non fa il totale. Quando si parla di fenomeni paranormali, mentalismo o semplici trucchi da prestigiatore, la confusione regna sovrana. È comunque un atto di fede: anche credere che ci sia il trucco (che non si vede), comunque bisogna crederci che ci sia il trucco. Anche se l’evidenza nega lo stesso, ma esalta l’aspetto irrazionale del fenomeno.

Negli ultimi tempi viene spesso messo in risalto il fenomeno del mentalismo: non si parla più di giochi di prestigio o trucchi relegati alle carte da gioco. Ma di come la mente del “mago” possa influenzare la scelta del “concorrente”. Anche in questi casi, secondo me, il fenomeno è comunque “poco terrestre”. Basti assistere alle serate del mentalista  Francesco Tesei, per capire che la parte poco materiale in questi esperimenti, è di gran lunga surclassata da quella “spirituale”.

 I mentalisti in sintesi influenzano le tue scelte: ti dicono (senza aprire bocca) le scelte da fare, dalla carta da gioco da scegliere ad una combinazione di una cassaforte, che poi loro andranno ad aprire. Tutto sperimentato e visto tante volte in tv. E a volte, il mentalista mette in gioco anche la propria vita.  

 Gustavo Rol, è difficile darne una definizione, penso che non sia stato un imbroglione: imbrogliare chi? gente dalla quale non chiese mai nulla? Ha avuto una vita molto riservata, forse nessuna apparizione in tv e se c’è stata, non ha esaltato nessuna delle sue qualità, nessun profitto pubblicitario, e tutto ciò che un uomo di spettacolo cerca a tutti i costi.

 Fece anche il monaco, per alcuni mesi, fino a quando la madre se lo andò letteralmente a prender e lo buttò fuori dal convento dove si era rifugiato. Per paura. Si era allontanato dal mondo per timore dei suoi poteri. O per quelli che lui definiva comunque degli “atteggiamenti  poco chiari”. Fenomeni paranormali.

 È inutile adesso fare l’elenco dei fenomeni che faceva/gli capitava di fare, sempre per il fatto che in questi casi l’umanità si divide sempre in due categorie: credenti e non. Gustavo Rol credeva, e lo era in un modo forse diverso da tutti gli altri: secondo lui, c’era l’anima che ritorna a dio dopo la morte; e poi c’è il cosiddetto «spirito intelligente». Il quale si  distinguerebbe invece nel continuare ad essere presente sulla Terra, anche dopo la morte. Lo spirito che pervade l'uomo sarebbe «intelligente», nel senso di essere provvisto di coscienza e di capacità creative, differenziandosi dallo spirito di tutte le altre «cose».

 E lo spirito, Rol, lo vedeva in qualsiasi cosa: nella flora, nella fauna e negli oggetti comunissimi (ed è verde). Una specie di animismo accettato anche da un credente cristiano come lui. E tutto questo come lo potremmo coniugare con il mentalismo? Sinceramente non lo so. Da sottolineare che il mentalismo, poi, non è così semplice da spiegare.

 Chissà se Rol fosse rimasto in quel convento tanti anni fa, cosa sarebbe successo. Forse oggi lo venereremmo come un santo!! chissà

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio