Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, mercoledì 26 giugno 2019 - Tanto tempo fa, c’era una straordinaria pubblicità che reclamizzava un liquore a base di carciofo, “Cynar”. E l’attore che identificava tale marchio era lo straordinario Ernesto Calindri. Seduto ad un tavolino dove leggeva un giornale, e intorno una miriade di automobili che miracolosamente evitavano il tutto (erano “auto-comparse”).

Tutto ciò che era produzione e progresso doveva avere una certa velocità. Come il traffico che si vedeva in quello spot pubblicitario: frenetico, pericoloso,  che non si doveva sfidarlo, eccetto se si era “armati” di un certo liquore. Era in pratica il primo spot pubblicitario futurista!!

 Solo con quel liquore si poteva competere contro il “logorio della vita moderna”. La vita moderna del 1967 come poteva essere? Sembra ridicolo pensare che al’epoca ci potesse essere gente stressata, che tutti avessero poco tempo a disposizione. Eppure le pubblicità non vengono fatte a caso, ma vengono studiate e selezionate: ne va il futuro del prodotto reclamizzato.

Nella foto che vedete c’è una situazione simile alla pubblicità del liquore, e ricalca in un certo senso quello che potrebbe essere un modo per combattere il (continuo) logorio della vita moderna: giocare a carte, soprattutto dopo una certa età. Quando i discorsi ormai sono solo ripetizioni fatte miglia di volte, e i “C’era una volta…” non insegnano più nulla.
Due giocatori di carte stanno sfidando il traffico non di auto quasi impazzite, ma l’incedere di una processione. Senza dubbio non corrono il rischio di essere travolti dalla folla dei fedeli (se c’è la folla), ma di essere scherniti da giudizi e sguardi sempre di quella folla (dovrebbe esserci…) di fedeli che partecipa alla processione.

E i due giocatori invece che fanno?? Se ne fottono!!! Non gli frega più nulla di canzoncine cantate dai fedeli (qualcuno ci sarà…), dalla statua che tra poco sfilerà accanto al tavolo, del prete che passerà di lì addobbato per le festa, e di tutti quelli che non partecipano alla processione, ma la vedono sfilare dai lati della strada. Usano il gioco delle carte per combattere il loro logorio di questa vita moderna, quella attuale. Ernesto Calindri leggeva il giornale e beveva il liquore, questi due anziani giocatori buttano delle carte da gioco sul tavolo, e magari accompagnandole con qualche bestemmia!! Non lo sappiamo.

In sintesi combattono il loro logorio come hanno sempre fatto: vicini alle processioni, a comizi elettorali, a cortei funebri, a baci di fidanzati, e ragazzini che sfrecciano con le biciclette vicino quel tavolo. E loro sempre lì, a sfidare il logorio. Quello che esiste da sempre, che viviamo dentro la nostra mente, soprattutto. Che cerchiamo di metterlo da parte, anche se lui (il logorio) fa di tutto per non farsi dimenticare!

Le carte sbattute sul tavolo urlando magari: “Scopa!”, scacciano tutto ciò che non lo si può fare con una preghiera, le promesse di politici, o ricordando un defunto che se lo stanno portando al cimitero. Quello che succede intorno a noi, spesso non vogliamo riconoscerlo, perchè i logorii sono tutti diversi: come le preghiere, le aspettative, e tutto ciò che ancora non succede. È sempre diverso!

 


Mario Ciro Ciavarella Aurelio