Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 18 agosto 2015 -  Ormai il mondo sta rincorrendo sé stesso. Non ci sono più stazioni di partenza e di arrivo. È tutto un viaggiare continuo… se viaggiare si può chiamare. È più una fuga, un lasciarsi dietro le spalle tutto ciò che la vita, a molta umanità, ha dato. E in verità ha dato ben poco. Soprattutto a gente dell’est Europa, e a gente che sbarca dall’Africa sulle coste italiane.  Si fugge da tutto: miseria, guerre, ma si scappa anche dall’ignoranza di tanti, che pensano di sapere come si gestiscono nazioni ormai allo sbando. La crisi economica mondiale, poi, ci ha messo del suo.

  Le immagini che ci arrivano negli ultimi giorni dall‘est Europa mettono paura. È come se gli sbarchi di migranti sulle coste siciliane fossero ormai cose… normali.

 Adesso l’attenzione si sta spostando sui confini tra Ungheria, Serbia, Macedonia. Dove quasi spontaneamente è nato un percorso… “dis-umanitario”, dove migliaia di uomini cercano di scappare dalla Macedonia per arrivare… dove??

 Anche perchè i migranti non sono solo macedoni, ma per la Macedonia transitano altri poveri cristi che stanno scappando a loro volta dalla Siria a dall’Afghanistan, dopo aver attraversato la Grecia e la Turchia.

 Questa fuga coinvolge popolazioni di almeno tre Paesi, finora. E la folle corsa dovrebbe finire in Ungheria. Un Paese più vivibile rispetto a quelli citati in precedenza.

 Ma l’Ungheria sta già erigendo un muro… anti-immigrati, al confine con la Serbia, che sarà completato in pochi mesi.

 Come possiamo ben vedere l’umanità… si sta mordendo la coda.

 E il mezzo per percorrere questa… via crucis del terzo millennio, è il treno.

 I treni che transitano per la Macedonia vengono letteralmente presi d’assalto per scappare il più lontano possibile… verso ovunque!!

 Un treno chiamato desiderio. Perché non tutti riescono a salirci su un treno, per scappare. Perché i convogli sono pieni come uova già dalla partenza, stazioni sperdute della Macedonia.

 Ad ogni fermata, altre centinaia di persone cercano di salirci, su quei treni. Cercano di farlo dai finestrini, oppure posizionandosi proprio… sopra il treno.

 Spesso i treni sono i soggetti dei nostri sogni. Vengono sognati soprattutto fermi alla stazione. Il sognatore non sa se quel treno che sta sognando è arrivato o sta partendo.

 Ed è quello il bello dei sogni: non sappiamo se stiamo sognando l’inizio di una storia o la fine.

 Allo stesso modo i migranti che prendono d’assalto i treni in transito per la Macedonia non sanno se quei treni saranno per loro l’inizio di una nuova vita o la fine di quella vita fatta quasi sempre di miserie.

 Anche perché, arrivati in Ungheria… per chi ci arriverà, non sapremo come faranno a superare il muro anti-immigrati.

 Ci vorranno dei treni che… volano. Proprio come quelli che a volte sogniamo.

 Treni volanti, che porteranno questi migranti in un posto che non esiste.

 Come nei nostri sogni: sogniamo posti che non esistono.

  

                                                                                Mario Ciro Ciavarella