Redazione

San Marco in Lamis, sabato 10 ottobre 2015 - Sono passati quasi due anni (13 gennaio 2014) dal tentativo di furto del Pozzale rinascimentale del Chiostro grande del Santuario di Santa Maria di Stignano. Quando mi recai a Stignano per vedere cosa era successo al Pozzo mi venne un colpo al cuore e stavo quasi stramazzando a terra anch'io. Il grande chiostro cinquecentesco non era più lo stesso: quel pozzo aveva resistito per cinque secoli ai terremoti, alle guerre, ai briganti, ai pastori, all'abbandono.

 Non ha resistito alla barbarie del nichilismo del nostro tempo, da cui non si salvano ormai nemmeno le opere d'arte, come avviene ad opera del fondamentalismo islamico nel Medio Oriente. A San Marco in quel periodo c'erano stati anche furti negli appartamenti, assalti alle banche e avvelenamenti di cani randagi. È ora di rialzare il Pozzo di Stignano. È ora di svegliarsi. È ora di mettere un limite alla barbarie. È ora di rimboccarsi le maniche, in una reazione collettiva che ci aiuti a recuperare i valori che hanno reso grande la nostra civiltà.

È ora di recuperare la nostra identità. Stignano e San Matteo fanno parte essenziale della nostra storia, della nostra vita. C'è un progetto approvato dalla Soprintendenza che prevede il costo di €11.000,00. La Provincia dei Frati Minori ha assicurato il suo contributo. Faccio appello ai cittadini e alle istituzioni di San Marco: il poco di tutti riesce a fare cose grandi. Tutti sono invitati a partecipare, a dare il loro contributo: gli alunni della scuole, le associazioni, il Comune, le Parrocchie, perchè tutti possiamo dire: "abbiamo rialzato il Pozzo di Stignano”.


P. Pietro - Custode del Convento

P. Bernardino -Rettore della Chiesa