Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, venerdì 28 aprile 2023 -  Si è discusso a lungo di teatro, a San Marco in Lamis. Questa volta, ad andare in scena è stato Mario Ciro Ciavarella, autore di lungo corso che domina il settore da oltre trent’anni, a San Marco in Lamis. Lo fa con le sue commedie dialettali ispirate a fatti, persone del popolo, quello stesso la cui originalità dell’essere e del fare è ben spiegato dal suo concittadino più illustre, Pasquale Soccio, sommo filosofo, storico e letterato che nella sua opera prosa-poetica prima “ Gargano Segreto” ne immortala il carattere e il modus vivendi del sammarchese medio e della cosiddetta “sammarchesità”.

Quelle del Ciavarella sono commedie che fanno tanto fanno ridere, sorridere, divertire e nel contempo riflettere gli spettatori sui comportamenti della sua gente. Non a caso l’incontro odierno aveva come titolo “Alla ricerca della sapienza sammarchese attraverso le commedie…”. Lo si è affrontato da più angolazioni questa sera (27 aprile 2023) nell’Auditorium posto al terzo piano del moderno “Palazzetto – Biblioteca Comunale della città, ubicato nella centralissima Piazza Carlo Marx, 1.

Ne è stato relatore Raffaele Cera, una delle voci critiche più brillanti della cultura cittadina e non solo, per via della esperienza accumulata durante la sua molteplice attività in campo sociale (vedi Lions Club- Università Terza Età, ecc.) e scolastico, quale dirigente di lungo corso. Sono seguiti gli interventi dell’autore e di tutti i componenti de “La Puteca“, sodalizio letterario dialettale che raggruppa, conserva e diffonde ogni avvenimento che sa e parla il dialetto, appunto l’arte poetica e il teatro.

Il tutto è stato allietato con gli intermezzi canoro – musicali di Ciro Iannacone, chansonnier anche lui di prematura ed antica pratica. Nel contempo hanno ravvivato ulteriormente e in modo egregio la manifestazione alcuni momenti recitati dagli attori de La Puteca. Il tutto è stato sponsorizzato dal Comune ed organizzato dalla predetto sodalizio dialettale. di san Marco in Lamis.

Ma chi è Mario Ciro Ciavarella? In primo luogo è un tipo che non si dà arie. Pensa e bada al fatto suo nello scrutare e riprendere con la sua intuizione creativa ogni aspetto dell’animo umano e delle sue virtù e vizi generali. Secondo il suo dire, a spingerlo sulla strada dell’arte teatrale sarebbe stata “La preta favedda” alias eco di Francesco Paolo Borazio, autore anche del “Trajone”, letterato autodidatta e un po’ artista figurativo ritenuto tra i migliori della letteratura dialettale meridionale. Da qui le prime creazioni di Ciavarella e poi l’assestamento definitivo e nella maggioranza dei casi la loro rappresentazione di anteprima in loco.

Così di seguito abbiamo: “Quanne ce appezzute lu demonie“, “Non è nate e ce chiama Dunate“, “Lu dedduvie” e tante altre, per un totale di una ventina. A quanto scrive lui stesso, “Grandi amici di viaggio in questa esperienza teatrale”, sarebbero stati soprattutto Mario Iannacone (Accoppaponte) e Antonio Francavilla, che più di tanti hanno condiviso il suo modo di fare teatro. E poi dal 2011 segue l’esperienza con “La Puteca“, sodalizio di autori dialettali sammarchesi, coralmente giudicata una vera e propria fucina di straordinari autori del luogo, dando vita periodicamente anche a volumi di poesie e di tutto ciò che si avverte nell’animo.

Diverse le premiazioni ricevute dall’autore. Ha toccato il cielo col dito il 26 gennaio del corrente anno ritirando a Roma in Campidoglio il premio finalista per il quarto posto per la categoria Prosa Edita, a seguito della sua pubblicazione “Le Fracchie nella Passione di Cristo e nelle Leggende” (moderne). Una giornata, quest’ultima, definita dal premiato “bellissima” perché gli avrebbe permesso di assaporare i pregi della creatività nelle diverse lingue regionali con la corrispondenza e la condivisione di tutti gli altri autori premiati. Il libro in parola, contiene anche una serie di “Via Crucis” e stanze ad hoc da lui illustrate facendo leva sulla tradizione e sulla sua sensibilità di interprete-autore.

Ad Maiora, Mario Ciro Ciavarella!