Arci Circolo P. Neruda

San Marco in Lamis, sabato 28 novembre 2015 -  Quello che è successo a Parigi, ci ha colpito tutti profondamente, e forse per sempre; un passo avanti, ancora uno purtroppo, verso il baratro dell’incomprensione; tra esseri, pensate, che abitano la stessa casa, la Terra, che è la casa di tutti. Un attacco alla coscienza dell’essere umano, che non può e non deve essere attribuito a una fede religiosa, sia essa cristiana o musulmana. Non possiamo e non dobbiamo confondere o distorcere queste religioni, che hanno secoli di vita, e che hanno da sempre aiutato e continuano ad aiutare le persone attraverso il loro insegnamento.

 Quello a cui abbiamo assistito è atto terroristico senza scusanti né appigli religiosi, una violenza che si nutre della nostra paura dell’altro, che si alimenta nel nostro cuore secondo dopo secondo, e germoglia e cresce, come un cancro, fino a guidare le nostre vite e cambiarci forse per sempre. NON rispondiamo alla violenza con la violenza, non si tratta di una cura omeopatica. Qui è diverso, qui violenza+violenza producono una brutalità cieca di tutti contro tutti, un obnubilamento di ogni orizzonte di pace, e un cambiamento di quello che siamo, per sempre. Cosa insegneremo ai nostri figli? Che abbiamo combattuto e ucciso per il loro futuro? Quale significato attribuiremo all’atto dell’uccidere per difendersi? Come spiegheremo questo tragico ossimoro, cosa penserà nostro figlio di questa massima terribile che noi, con tanto orgoglio, insegneremo lui quando crescerà?

Sappiamo che reagire in altro modo, in questi casi, è pressoché impossibile, tanta la rabbia e l’incomprensibilità di tali gesti, che restano inumani.  Però dobbiamo farcela, dobbiamo aprirli questi cuori, e non soltanto per finta, sui social network, difesi dallo schermo, alla luce fredda di un contenitore silente, ma fuori, nel mondo, nella nostra quotidianità, dobbiamo seminare bellezza, fiducia, sorrisi, apertura. Non si sta parlando di moralismo bieco e di circostanza, applichiamo tutto questo pian piano, nel nostro piccolo gruppo, tra i nostri amici, nelle nostre associazioni, e tra persone che abbiamo appena conosciamo o che non conosciamo affatto, e scopriremo che la gioia dell’incontro e quel cuore che palpita in silenzio nei nostri petti per un sorriso dato e ricevuto, sono le armi più potenti contro le paure che oggigiorno abitano le nostre coscienze.

Le verità sono sfuggevoli, la ragione fallace, anche la nostra a volte lo è, non esiste un assoluto inconfutabile, ma sappiamo cosa ci unisce veramente come essere umani. “Forse è colpa nostra, che non abbiamo creduto abbastanza al bene di cui possiamo esser capaci”. Queste persone hanno smarrito la strada per colpa di alternative valide, per l’assenza d’istruzione, di benessere, di comprensione, di cibo. La disperazione e l’ignoranza fanno molte più vittime dei credo religiosi. L’ignoranza di cui parlo è anche quella, ad esempio, di chi ha una laurea e dirige giornali come Libero, che titola in prima pagina “Bastardi islamici”, offendendo il 99% degli islamici del mondo, e provocando indignazione anche in me, che non lo sono.

Tiziano Terzani diceva che, dopo l’11 settembre, se avessimo risposto alla violenza di quel giorno con altra violenza (come è stato poi veramente in Afghanistan e Iraq), ci saremmo ritrovati nel giro di pochi anni la stessa violenza, anzi ancora più brutale, sempre più distruttiva, dato che sappiamo che questa si alimenta proprio in tal modo. Noi, i Salvini, i Putin, siamo convinti di poter utilizzare una violenza che possa dirsi “intelligente”, una violenza cioè a scopo difensivo, per controbattere al male che ci è stato fatto. Ma così non è, la violenza è una strada buia, senza luce, terribile. Non percorriamola!

Il circolo A.r.c.i. Pablo Neruda di San Marco in Lamis