Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 15 luglio 2016Proponiamo di seguito uno scambio di “chiacchiere”  tra  Kiko Loureiro, noto chitarrista dei Megadeth,e Francesco Longo, promettente regista di Horror, originario di Rignano Garganico. L’intervista è maturata, ai margini di una esibizione, svoltasi poco tempo fa in quel di Bologna. La stessa è stata pubblicata nelle riviste specializzate online. <<Ciao Kiko e benvenuto sul nostro sito! Parliamo del nuovo album “Dystopia”, un sorpreso e gradito ritorno al passato, com’è stato accolto dalla critica e dai fan?

 Kiko: E’ stato accolto in modo molto positivo, abbiamo registrato l’album l’anno scorso: in generale, quando incidi un nuovo disco deve convincerti appieno, perché non possiamo sapere quale possa essere la reazione del pubblico. Non sappiamo se apprezzerà il lavoro e per noi sarà sempre una sorpresa. Fortunatamente questo ultimo album è stato in USA al primo posto della classifica rock e al terzo posto della classifica generale, subito sotto Justin Bieber. Anche in Canada Justin Bieber era al primo posto e subito dopo c’erano i Megadeth. Questo è grandioso, perché considerando che la musica dei Megadeth è  aggressiva e ha testi “estremi” è un’impresa notevole. Se considero il successo che ha avuto l’album “Dystopia” rispetto ai precedenti, ha avuto risultati simili o addirittura migliori, al pari di “Countdown To Extinction” che è stato il miglior disco dei Megadeth per quanto riguarda le classifiche. Così molti anni dopo, circa vent’anni, abbiamo ricevuto lo stesso livello di attenzione dalla gente e dai fans e questo è meraviglioso! Personalmente sono davvero orgoglioso e fiero di aver contribuito alla realizzazione di questa incredibile creazione.Così abbiamo fatto un tour negli USA, tra febbraio/marzo e ora siamo qui in Europa, in giro per festival. Fino ad ora i fans hanno apprezzato molto le nostre esibizioni. Le date sono molte in Europa e poi saremo per circa cinque settimane in Sud America. Il nostro pubblico è ampio e ama vederci suonare dal vivo, tutto ciò ci onora e ci gratifica.

Iniziando ad ascoltare “Dystopia”, già da “Threat Is Real” e dalla title- track si intuisce un chiaro ritorno alle origini. Come hanno accolto i fan il nuovo materiale proposto live?

Kiko: Dipende da dove suoniamo, a seconda che sia un festival oppure uno show da headliner. Abbiamo iniziato con il tour promozionale da headliner in USA e solo nelle ultime settimane abbiamo partecipato ai festival estivi americani. Nei festival, come dicevo, viviamo sicuramente un’esperienza diversa rispetto a quella di un concerto dei Megadeth. In un nostro show la gente viene per vedere i Megadeth e conosce bene sia i vecchi album che i più recenti. Nei festival, invece, potrebbe esserci una parte di pubblico che viene solo per una band, magari conosce le hits, ma molto meno il nuovo materiale, quindi la reazione è differente. In questo caso, la risposta è stata positiva. Nel tour in Usa abbiamo proposto alcuni brani del nuovo album e molti dei vecchi lavori e i fans sono impazziti dalla gioia! Solitamente in uno show proponiamo 16/18 brani di cui 5-6 del nuovo disco. I Megadeth hanno all’attivo quindici album, quindi secondo me proporre 5/6 brani recenti è la scelta migliore. Nei festival proponiamo materiale nuovo per promuovere l’ultimo album, perché come avevo detto in precedenza, vi è un pubblico molto più vario.

Parliamo dei temi di “Dystopia”. “Threat Is Real” tratta appunto di una minaccia imminente. A cosa vi siete ispirati per la composizione del brano?

Kiko: I testi sono stati scritti da Mustaine, che è il migliore nello scrivere i testi e il soggetto. Il concept che sta alla base di “Dystopia” è l’opposto dell’utopia, in questo album sono mostrati i lati oscuri della nostra società che potremmo ritrovare in futuro. L’ambientazione che lo caratterizza è molto dark, cupa e pessimistica rispetto ad altre band di altro genere. A Mustaine piace essere più oscuro, i suoi testi trattano di attualità: la gente comune è impegnata nel lavoro, nelle faccende di casa e si svagano andando a vedere un concerto o un match della Champions League, ma intanto la minaccia è dietro l’angolo (“Threat Is Real”, appunto). Ad esempio, mia moglie prende spesso l’aereo e io le dico sempre di prestare molta attenzione, perché il pericolo è reale!! Infatti, riflettendo sugli ultimi attentati terroristici in Europa, ricordo che abbiamo fatto un concerto a Londra l’anno scorso, proprio una sera di novembre e ce ne fu uno. “Threat Is Real” tratta di questi tragici avvenimenti e della paura che deriva, che ci ha costretti a modificare le nostre abitudini di vita: azioni quotidiane fatte con superficialità ora vanno fatte con più attenzione, non ci sentiamo più sicuri. I Megadeth sono molto diretti nei temi delle loro canzoni: molte band metal, invece, trattano argomenti fantasy, surreali, rifacendosi alle creazioni di Tolkien. La mia ovviamente non è una critica, ma sto solo affermando che i Megadeth sono più attuali nei testi, squarciano il velo di Maya e ci mostrano le brutalità e le crudeltà delle società umane.

Solitamente con la figura di “Rattlehead” rappresentate l’antieroe: ad esempio in “Th1rt3en” egli è mostrato di spalle, vestito in modo elegante, quasi a voler raffigurare un uomo di potere. Cosa invece avete voluto simboleggiare con la sua figura in “Dystopia”? Da un primo sguardo, ho percepito che si trattasse di un uomo che lavora per le forze dell’ordine.

Kiko: Rappresenta il futuro: infatti sulla copertina è rappresentato un cyborg, un poliziotto del domani in un mondo post apocalittico.

Adesso ti vediamo impegnato appunto nel tour con i Megadeth. Continui o continuerai a far parte degli Angra parallelamente al percorso che stai seguendo?

Kiko: L’anno scorso è stato possibile, per me, essere presente in entrambi i progetti, anche se è stato molto faticoso. Ad esempio, dopo aver inciso l’album con i Megadeth, ho dovuto prendere subito l’aereo per il Giappone per suonare con gli Angra. Durante il tour non potevo dormire, perché dovevo studiare i brani dei Megadeth e ciò a lungo andare risultava molto stressante e la mia salute ne ha risentito, come la mia famiglia che inevitabilmente ho dovuto trascurare. Adesso gli Angra stanno suonando molto in Sud America, ma io vivo negli Usa, così ho deciso durante il Rock In Rio di presentare ai ragazzi del gruppo un mio amico, che mi ha sostituito. Sono rimasto in ottimi rapporti con la band, spesso ci sentiamo, quasi ogni giorno e inoltre collaboro attivamente con loro, anche perché il vero lavoro di un complesso musicale è dietro le quinte. Forse un giorno, se inventeranno il teletrasporto, potrei far parte di entrambi i gruppi musicali!

Una domanda che faccio spesso: quando siete in tour, avete modo di vedere le città in cui suonate? Bologna ad esempio l’avete mai visitata? Cosa vi è piaciuto di più sia di Bologna sia dell’Italia in generale?

Kiko: Sì, questa mattina all’alba ho fatto una passeggiata nel centro di Bologna, poiché a causa del jet lag non riuscivo a prendere sonno, la città era deserta e così ho potuto ammirarne la bellezza. Non sempre visitiamo le località in cui suoniamo: a volte capita che nei pressi degli hotel dove soggiorniamo non ci sia niente di particolarmente interessante da conoscere, ma oggi non è stato così.

Stasera invece salirete sul palco con i teutonici Gamma Ray, presenti anche ieri sera. Cosa vi aspettate dai fan?

Kiko: Non so come ci accoglieranno i fan stasera! Ho già suonato in precedenza a Bologna con gli Angra e so che il vostro pubblico è davvero fantastico! Sono davvero curioso di vedere stasera se i fan si comporteranno nella medesima maniera se suonano i Megadeth, oppure se si comportano in maniera differente. Riguardo ai Gamma Ray, sono dei miei amatissimi amici! Il primo album degli Angra lo abbiamo registrato nello studio di Kai Hansen. Avevo ventuno anni ed era la prima volta che venivo in Europa, ad Amburgo. E’ stato davvero emozionante e me lo ricorderò sempre, perché è stato il mio primo legame con l’Europa: i Gamma Ray, in particolare Dirk e Kai Hansen mi hanno, in pratica, aperto le porte dell’Europa! Ieri al Gods Of Metal siamo stati spesso insieme. Ripeto la mia carriera internazionale è iniziata proprio nello studio di Kai Hansen. Nel brano degli Angra “Angels Cry” ci sono assoli di Dirk e di Hansen e così siamo diventati amici. Kai Hansen ha partecipato come guest più volte con gli Angra. L’altro giorno mentre ero sul bus a fare un’intervista ho sentito i Gamma Ray suonare un brano, adesso mi sfugge il titolo, credo del 1993 o 1994 e mi ha fatto molto piacere ascoltarlo, mi ha portato alla mente tanti bellissimi ricordi >>.

N.B. Nella foto: Francesco Longo con Kiko Loureiro, chitarrista della Megadhet