Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 12 agosto 2022 -  Successo pieno anche per la sagra del “Cinghiale”, a Rignano Garganico. La stessa ha visto il il suo svolgimento, ieri sera, nell’ampio ed accogliente Largo Portagrande, dove un tempo c’era la porta d’ingresso principale al Borgo antico, abbattuta stoltamente nel 1869. L’evento in parola, promosso e organizzato come nel passato dall’Associazione dei Cacciatori del posto, forse è l’ultimo tra quelli di tipo mangereccio o enogastronomico, come si suol dire ormai da anni, contenuta nel corposo programma del “Rignanestate” 2022.

Mai così zeppo di iniziative, in gran parte nuove e singolari. Definite per lo più belle e partecipate, a parere degli esperti e delle associazioni, coinvolte.  In primis, la Pro Loco, diretta quest’anno da Donato Pio Palumbo, un attivissimo tra i giovanissimi, assai motivato e con un pizzico di passione, rispetto ai tanti che si sono alternati nel corso di questi anni. Il momento-clou, nonostante il tempo inclemente degli ultimi giorni ed ore, lo il predetto sodalizio lo ha vissuto durante la “Sagra della capra e della musciska“, con l’arrivo di parecchi forestieri e la consumazione di tutte le scorte messe a disposizione.

Iniziativa, quest’ultima, nata una trentina di anni fa, unica al mondo per diverso tempo ed oggi condivisa anche da qualche paesino molisano, da cui forse proviene per via dell’antica transumanza, ma attecchita qui da subito da secoli, in quanto la “Locatione d’Arignano” era una delle più vaste e importanti della Dogana, soprattutto per via del Capoposta “Villanova”. Agglomerato, quest’ultimo, ubicato sotto il paese, dove l’attività e il commercio legato prima agli allevamenti ovi-caprino ed oggi all’agricoltura specializzata è da sempre fiorente. Di manifestazioni musicali e di intrattenimento ve ne sono state a iosa, persino più di una al giorno, con raduni anche di tipo sportivo e di folklore, con il coinvolgimento pieno di tutte le fasce d’età sia come partecipanti sia come attori. 

A fare da sfondo e in qualche caso a fornire aiuto ovviamente ci ha pensato l’Amministrazione Comunale, diretta da Luigi Di Fiore, da poco riconfermato primo cittadino, con un risultato quasi un plebiscitario, che ha sponsorizzato un po’ tutto e tutti. Il tutto si concluderà con la festa patronale dell’Assunta e di San Rocco del 15 e 16 prossimo, organizzata dall’apposito ed omonimo comitato e finanziato con l’apposita questua tra i cittadini. Anche qui, a parte le partecipate manifestazioni religiose di rito, messe appunto dalla dinamica Parrocchia, guidata con zelo e discernimento da alcuni anni da Don Santino Di Biase, saranno inscenate le principali manifestazioni canoro-musicali di rilievo che termineranno, come gli altri anni, la sera-notte del 16 con gli spettacolari fuochi di artificio.

Secondo alcuni, pare che all’insieme sia mancata una vera regia, ossia la mente che vede e articola, le cose da fare in base agli obiettivi da raggiungere. In questo caso, il decollo turistico-culturale del paese, con l’eredità ed originalità del bene culturale per eccellenza, come Grotta Paglicci e Museo Paleolitico, che ci invidiano tutti, ancora fermo al palo, nonostante le idee chiare e gli sforzi messi in piedi dal suo massimo attore, Arturo Palma di Cesnola e i suoi scavi-studi sul sito, coadiuvato dagli amici di Paglicci si dentro e di fuori, pare mai consultati nel corso dell’ultimo trentennio e strumentalizzati puntualmente dai comandanti di turno della cosa pubblica. 

Riempitivi del discorso in tema, potrebbero essere il ben conservato centro storico di origine e fattura medievale e il panorama unico, abbellito negli ultimi tempi prima con la fontana murale e da poco con l’ammirata panchina gigante. “Non scambiamo lucciole con lanterne” – ha aggiunto qualche altro. A suo dire la comunità ci sarebbe. Lo avrebbe dimostrato anche quest’anno mettendo in atto le tante iniziative, ma andrebbe guidata verso l’obiettivo di fondo, che è appunto lo sviluppo turistico, da cui può derivare l’occupazione a largo raggio e la ripresa definitiva della sua economia e occupazione. “Perché – è la sua chiosa – non s’implora la nomina di un direttore – manager ad hoc del Museo, così come si è fatto per altre strutture similari italiane ed europee, come il Pigorini di Roma, Pompei, ecc.? Staremo a vedere!

N.B. Panchina gigante sulla Ripa Belvedere