A cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, martedì 4 gennaio 2022 -  Di questo artista, nonché musicista, vogliamo privilegiare per le motivazioni che diremo, innanzitutto la copertina del terzo long playing di Patty Pravo, l’omonimo del 1970 generalmente conosciuto come Cimiteria per l’ambientazione figurativa (fig. 1), in cui vediamo una Nicoletta Strambelli gotica e quasi orrifica in mantello e cappuccio bianco con annessa personale lapide celebrativa circondata da rovi su sfondo di cipressi ma, meno male, almeno con un cielo che riscatta la composizione soprattutto per i delicati profili, sempre disegnati, della cantante a forma di nuvole.

Certamente non la copertina più riuscita fra le tante di Patty ma misteriosa ed inquietante di cui ancor oggi non conosciamo esattamente le motivazioni, e unica o almeno fra le prime di natura pittorica, anticipatrice di quel filone fantastico che sarà proprio del Progressive negli anni a venire ed inoltre perché frutto della mano, anzi del pennello, del primo marito della cantante, il primo di cinque o sei…le fonti sono discordi, appunto Gordon Faggetter. Batterista e membro fondatore dei Cyan Three, tre ragazzi inglesi scoperti da Alberico Crocetta, insieme a Mal, portati nell’ Italia di allora assetata di stranieri e diventati subito il gruppo della già lanciatissima Patty Pravo a partire dalle prime esibizioni al Piper di Roma, e poi anche di Mia Martini. Gordon aveva fin da piccolo la passione della pittura, hobby divenuto mestiere e che svilupperà appieno dopo la lunga parentesi musicale fino alla morte avvenuta nel suo luogo di elezione italiano nell’agosto 2020, a Campagnano di Roma.

 Per rimanere in campo discografico ricordiamo le varie copertine che fece per i Cyan, logo compreso, quelle surrealiste per Jannacci (foto 2) ed Enrico Simonetti e la sua orchestra (foto 3), e precedentemente nel ’69 per i Camel, non gli eccellenti canterburiani ma i nostrani (foto 4) e, per restare in campo prog, quella ricercatissima dei Semiramis, Dedicato a  Frazz del 1973 (foto5). Quest’ultimo gruppo, lo ricordiamo, vide anche l’esordio come cantant, compositore e chitarrista, di Michele Zarrillo che ancor oggi è attivo come solista. Frazz era la storia di un clown e la sua copertina, ispirata vagamente a Magritte, era coeva di quella, molto più chiacchierata e famosa, di Zarathustra del Museo Rosenbach (foto 6), che però appartiene all’estro dell’eccellente Caesar Monti.

 La più importante e forse la migliore, e già di quel carattere religioso che tanta importanza avrà in seguito per Faggetter, fu però la copertina per l’album omonimo ma conosciutissimo come La Pecora di Franceco de Gregori (foto 7), era il secondo album da solista del Principe dopo un primo lavoro in tandem con Venditti e dopo l’esordio con Alice non lo sa e prima del boom di Rimmel. Ricordiamo ancora le copertine per i due LP di Tony Mimms solista, poco prolifico come cantante ma grande arrangiatore persino, fra gli altri, di De Andrè, Mina e Renato Zero. Particolare infine e diversa la copertina fumettistica per un singolo di Modugno (foto 8), significativa e simbolista poiché riguardava un brano libertario e di poco successo del Sanremo ’72 che all’epoca fu ingiustamente accusato di istigare all’assenteismo e per questo boicottato in TV e radio.

  Non sappiamo se l’ispirazione di Faggotter per la copertina di Patty fu quella del coevo primo album dei Black Sabbath (foto 9) che non le si discosta molto o fu il contrario ma certamente l’hard rock del periodo trattava questi temi soprattutto come immagine come negli Huriah Heep e in Marilyn Manson o in altri gruppi minori del filone fino ad arrivare ai recenti Cradle of Fith, Teratism o Death in June, tanto per citarne alcuni. In Italia, ma successivamente ovvero nel 1973 -74, ritroviamo tale goticismo orrifico sia nelle copertine che, soprattutto, nella musica (non certo pop o hard ma magic-prog) di Antonio Bartoccetti, prima come Jacula (foto 10) e poi come Antonius Rex (International Magic Group, foto11). Faggetter con il tempo si allontanò dal surrealismo daliniano e magrittiano, emblematico a tal proposito il quadro dedicato a Mal e Crocetta (foto12) con una bambola-Patty galleggiante nello stagno insieme ad una bottiglia di Martini (Mia?), per diventare un pittore eclettico soprattutto di paesaggi e maestro di varie tecniche riciclando in maniera artistica anche vecchi 33 giri (foto13) ma soprattutto acuendo la sua vena mistica e religiosa con raffigurazioni di Madonne e Santi anche in tele di grandi dimensioni come questa titolata Matteo 28,12-20 (foto 14) e addirittura riuscendo a donare una grande tela di 12 metri quadri ai Musei Vaticani dedicato ai martiri vietnamiti (foto 15), cosa d’altronde fatta, ma con diverso soggetto ed anche lui in presenza di Giovanni Paolo II e, ricordo, accompagnato dal sottoscritto, dal maestro Egidio Manganelli, habitùe del nostro MiniMuseo.

 

 

                                                                                                         Nicola Maria Spagnoli

 

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foto 7

 

foto 8

 

foto 9

 

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