Raffaele Fino

San Marco in Lamis, mercoledì 17 agosto 2016 -  Ho letto le dichiarazioni che il Sindaco Michele Merla ha fatto a proposito del degrado in cui versa la San Domenico Savio. E’ l’occasione per fare alcune precisazioni e per dare ai cittadini anche alcune informazioni, utili a fare chiarezza oltre a indicare una fattiva via d’uscita  vantaggiosa per la nostra cittadina. Intanto va precisato che, prima della chiusura a seguito dell’alluvione del settembre 2014 per segni di cedimento strutturale di una parte dell’edificio, l’ASL - Ufficio Spesal - di San Severo, dopo attento sopralluogo, aveva diffidato il Comune ad eseguire una serie di lavori per mettere in sicurezza l’intero edificio pena la chiusura dello stesso.

 L’importo necessario, ad una stima approssimativa eseguita dall’allora responsabile dell’Ufficio tecnico, settore LL.PP, era di circa 80-90.000 €. Somma difficile da reperire tra le risorse del bilancio comunale. Infatti, passati i sei mesi che l’Asl aveva dato al Comune, in qualità di Vice Sindaco, su suggerimento del Dirigente, chiedevo un’ulteriore proroga, sperando in qualche finanziamento eccezionale regionale o nazionale. (Chi non ricorda  tutto il discutere che, a livello nazionale,  si è fatto sullo stato degli edifici scolastici, sulle scuole belle, ecc.?)

Facemmo i passi relativi incontrando la responsabile regionale, che però ci rinviava a futuri provvedimenti regionali in materia.

Pensammo, quindi, di raccogliere quello che si poteva raccogliere all’interno del bilancio, per procedere all’adeguamento prevedendo più fasi, partendo dagli interventi che l’ASL aveva indicato come prioritari. Dello stato dell’arte informavamo costantemente tanto il comitato genitori, che continuo a ringraziare per la fattiva collaborazione data, quanto il dirigente. Ma la patata bollente era nelle mani del Comune.

Venne l’alluvione del settembre 2014, che portò a quel cedimento strutturale ancora oggi visibile che preoccupò sia i responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale sia i tecnici della protezione civile regionale, che consigliarono, durante il sopralluogo, di procedere all’adozione di misure cautelative per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Misure che si concretizzarono nell’immediata chiusura del San Domenico Savio, nel trasferimento della scuola materna Walt Disney dal Balilla in un’ala della Francesca De Carolis e nel tempestivo trasferimento degli alunni del San Domenico Savio nell’ala liberata del Balilla.

Per tale operazione il Comune spese circa 50.000 €, ma assicurò in pochissimo tempo  il ritorno alla normalità per gli alunni e le loro famiglie.

Un ulteriore contributo venne dal comitato genitori del San Domenico Savio, che decisero di destinare i fondi raccolti a seguito dell’alluvione per rimettere a nuovo la palestra del Balilla che versava  in pessime condizioni. I lavori sono in via di ultimazione e alla riapertura del nuovo anno scolastico gli alunni potranno disporre di una palestra più salubre e più sicura.

Dopo il trasferimento, all’interno del San Domenico Savio restarono alcuni vecchi mobili, banchi non più utilizzabili e materiale cartaceo vario da buttare, che vandali penetrati ( ma continuano a penetrare) all’interno dell’edificio hanno sparso per terra, danneggiando anche le tubazioni del riscaldamento e della rete elettrica.  In una giornata si ripulisce il tutto. Se i cantieri di cittadinanza fossero partiti in tempo e senza i soliti ritardi, lo avremmo fatto con gli operai assunti.

Il problema vero  più che della pulizia  è quello di che cosa si intende fare del San Domenico Savio.

In un primo tempo, data la situazione che si era venuta a creare, inserimmo  l’edificio fra gli immobili da vendere o valorizzare. ( Vedere il Piano triennale delle alienazioni e valorizzazioni).

Successivamente venne da parte di un privato la richiesta di un suolo o di un edificio per la realizzazione di una struttura per l’infanzia in difficoltà con tutta la spesa necessaria alla realizzazione  a totale suo carico, a partire da quelle di progetto.

Data la natura del progetto e dell’intervento consigliammo, in quanto centrali, l’area e l’edificio del San Domenico Savio.

Del progetto informammo il Consiglio Comunale, che rinviò la decisione una prima volta, adottando, nel consiglio successivo, un atto di indirizzo ( da rivedere e integrare, alla luce anche dell’integrazione al relativo Regolamento Comunale, di cui dirò sotto) ) al responsabile del patrimonio per l’adozione di tutti gli atti necessari alla realizzazione dell’iniziativa.

Ritenevamo ( e riteniamo) la proposta valida per una serie di motivi. Il primo e principale è che, una volta realizzata, la struttura non solo assolverebbe a una funzione nobilissima ma creerebbe anche posti di lavoro, che, nella condizione in cui versa San Marco, non sono da buttare. Per questo motivo, a fronte di una apparente perdita del comune della somma derivante dall’alienazione, scegliemmo eccezionalmente anche per la disponibilità immediata, da parte del privato, dei fondi necessari alla realizzazione, la strada della valorizzazione attraverso una vendita a prezzo simbolico dell’edificio, con la nota di salvaguardia per il Comune, da inserire nell’atto notarile, che il passaggio definitivo al privato  avverrebbe solo ad opera terminata, senza che lo stesso possa rivalersi sul Comune delle somme investite.

Sono quelle occasioni che capitano una volta ogni cento anni e che sono  da non perdersi.

Proprio per l’eccezionalità dell’intervento, andava e va modificato il Regolamento comunale delle alienazioni e valorizzazioni dei beni immobili, integrandolo con un accapo di poche righe che preveda appunto, in casi eccezionali – e non come regola fissa -, nell’interesse della collettività e nella valutazione dei benefici, la vendita a prezzo simbolico di un bene. E ciò anche per mettere in grado il responsabile del patrimonio di adottare tutti gli atti conseguenti.

Purtroppo la scadenza della consiliatura e le imminenti elezioni comunali non hanno permesso materialmente di adottare tutti gli atti necessari.

Ma, siccome c’ è continuità amministrativa contiamo che tale idea sia portata avanti, con coraggio e tempestività, anche dall’attuale giunta e dall’intero consiglio comunale.

Noi, nel piccolo, come Socialisti, e come sempre, siamo pronti a dare il nostro contributo, per il bene di San Marco.

 

Raffaele Fino per i Socialisti per San Marco