Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 17 agosto 2016Sembra che si stia esagerando: c’è un bisogno vitale di giocare a calcio. In qualsiasi condizione: materiale (anche un pallone fatto con stracci a volte è sufficiente) e climatica. I mondiali del 2022 si svolgeranno in Qatar, dove stanno costruendo da alcuni anni 12 stadi con l’aria condizionata in pieno deserto!!?? E si svolgeranno tra il novembre e il dicembre di quell’anno. Per poter dare un po’ di refrigerio a giocatori e spettatori, tutti rinchiusi in stadi coperti e chiusi ermeticamente!!

 Un altro versante, l’esigenza di cui sopra, è la Groenlandia, dove si DEVE GIOCARE a calcio!! Checché ne dicano le condizioni meteo (e anche la FIFA…)

Infatti in Groenlandia si gioca un campionato che dura… una settimana di agosto!! e poi un letargo sportivo fino all’agosto dell’anno successivo.

In una settimana appena, quante partite si possono disputare?? Tante!! Sembra strano eppure le partite che si disputano in Groenlandia in pochi giorni sono tante, basti pensare che le squadre che… scivolano su quei campi sono 70!!!

Dicevamo, la FIFA non vuole riconoscere lo status di nazione calcistica alla Groenlandia, poichè fa parte geograficamente e politicamente della Danimarca.

Eppure quei giocatori si sentono “diversi”, vogliono che venga premiata la loro capacità di saper combattere contro avversari e contro il gelo. E secondo me hanno ragione.

Anche perché la FIFA ha riconosciuto come nazioni calcistiche “lembi di terra” quali: Malta, Cipro, le Isole Vergini Americane e anche quelle Britanniche(?!), Isole Marianne Settentrionali, Timor Est, Anquilla(!?) e tante altre che non so nemmeno dove siano sul mappamondo. E quindi perché non dare una bandiera da sventolare (se non si forma il ghiaccio sopra…) ai tifosi dei giocatori… quasi inuit??

A questo punto i cosiddetti giocatori “normali” che giocano sui campi di calcio erbosi e con temperature idonee alla fisiologia del genere umano, dovrebbero fare un gesto estremo: se i giocatori groenlandesi giocano coperti di tutto per ripararsi dal freddo (e quando cadono, cadono spesso sul ghiaccio) loro, i giocatori riconosciuti dalla FIFA dovrebbero giocare nudi… per la legge del contrappasso.

Potrebbe essere una forma di protesta molto civile e condivisibile da tanti tifosi di calcio. Immaginate Messi, Ronaldo, Neymar e tanti altri campioni di questo sport che corrono per rincorrere la palla e cercare di segnare senza nulla addosso??

Qualcuno potrebbe obiettare: “E gli sponsor? Gli sponsor non sarebbero visibili se gli atleti non indossassero le divise”. Gli sponsor, i loro marchi se li fanno marchiare sulla pelle dei calciatori: ne hanno tanti di tatuaggi…

Lo stesso dicasi per il numero sulla maglia: tatuato anche quello, la fascia di capitano: tatuata. Sarebbe uno spettacolo nello spettacolo vedere i calciatori professionisti sostenere moralmente i loro colleghi infreddoliti che giocano molto in alto sul mappamondo.

Chissà la FIFA ci ripensi, e faccia l’affiliazione della Groenlandia nella propria federazione calcistica. Però ci potrebbe essere un problema: i giocatori aderenti a questa iniziativa potrebbero pretendere un ingaggio superiore, sapendo che devono mostrare al popolo calcistico di tutto il mondo quello che solo in pochi possono vedere… negli spogliatoi. 

E in effetti il problema esiste: ogni cosa ha un prezzo, anche mostrare lembi della propria pelle.

 

Con un tariffario:

- zona del corpo da scoprire dove i calciatori mettono le mani davanti stando in barriera: 30.000 euro cadauno a partita.

- zona del corpo da scoprire che quando si cade si rischia di rompersi l’osso sacro: 10.000 euro cadauno a partita.

La vedo dura per i giocatori groenlandesi. È meglio che continuino a tirare calci ad un pallone raffreddato come loro, anche se non avranno una bandiera  da mostrare al mondo.

Il mondo, anche quello calcistico, ha bisogno sempre di spinte che vadano oltre la passione per uno sport. Ci vogliono “spinte economiche” per far nascere nuove bandiere.

Il calcio anche senza bandiera lo si può praticare lo stesso: quando si segna una rete lo si dice allo stesso modo in tutto il mondo: GOOOOOL…

                                                                              Mario Ciro Ciavarella

 

P.s.: la “nazionale” della Groenlandia (abusiva) ha come sponsor tecnico la Nike e come sponsor commerciale la Coca Cola (ah, però…)