Giuseppe Delle Vergini

San Marco in Lamis, mercoledì 20 febbraio 2019 -  Ecco la 8° puntata  di un racconto lungo - o romanzo breve -  scritto da Giuseppe Delle Vergini anni fa. Lo stesso racconto è stato ispirato da un fatto di cronaca nell'infinita tensione che esiste tra israeliani e palestinesi e ha sullo sfondo la Shoah. E' la ricerca di un dialogo che vede la differenza di età dei protagonisti, la loro sofferenza e la passione per il bello e il buono, come può essere la musica, come elementi positivi per costruire la pace.

 

 

 XV

“La barriera a Gerusalemme sarà comunque finita entro l’anno perché il suo scopo è salvare vite umane. Non è un muro di divisione come falsamente dicono alcuni ma esso rappresenta una cintura di protezione attorno alla Città Santa contro gli attacchi dei kamikaze. Per questo motivo il Governo di Israele la considera una priorità assoluta. Infatti Gerusalemme è a contatto con i territori palestinesi della Cisgiordania, quindi è la città più esposta agli attentati dei terroristi. Vorrei solo ricordare gli ultimi episodi, contro gli autobus, costati la vita a 20 civili israeliani la cui unica colpa è stata quella aver preso un mezzo pubblico per andare in centro. Mi preme sottolineare come qualsiasi ritardo dovuto alle procedure giudiziarie per il blocco della costruzione della cinta di sicurezza darà un’opportunità in più ai terroristi di penetrare in territorio israeliano e mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri cittadini. In tutto il Paese i servizi di sicurezza rimangono in stato di massima allerta per il timore di altri attacchi suicidi da parte di Hamas e della Jihad islamica. Il Governo ha preso nuove misure per proteggere gli autobus, obiettivo purtroppo preferito dai terroristi, che saranno sorvegliati da 1000 guardie dotate di rivelatori di esplosivi. Renderemo la vita difficile ai nemici di Israele.” L’intervista al ministro per la sicurezza interna non lasciava dubbi. La situazione stava diventando sempre più difficile anche perché la costruzione del muro rischiava di incrinare i rapporti tra Israele e gli altri Paesi occidentali, Europa in testa. Ma soprattutto poteva rappresentare il pretesto per nuove stragi. Ilda ascoltò la notizia alla radio. Pensò alle lacrime del giorno prima di Omar causate anche dalla costruzione del muro che contribuiva a far salire la tensione tra ebrei e palestinesi. Quell’opera incominciava ad essere un incubo per tutti minacciosa e oscura.

“Povero ragazzo. Devo muovermi se voglio aiutarlo prima che quel muro diventi una barriera impenetrabile tra lui e me, contro la musica e per la guerra.”

Il giorno dopo, con addosso l’inquietudine che ormai aveva contagiato tutti, prese l’autobus e si avviò verso il centro per parlare di Omar ad un suo ex – allievo ora direttore di una scuola di musica. Lungo il tragitto per ben due volte il mezzo dovette fermarsi per consentire a soldati armati di effettuare dei controlli. A metà del percorso vide la piazza dove la settimana prima era saltato in aria l’ultimo autobus per l’attentato di un kamikaze. La voragine nell’asfalto era stata ricoperta ma i muri delle case vicine erano ancora anneriti per l’esplosione e per le fiamme. - Dev’essere stato un inferno… - pensò Ilda immaginando la scena mentre l’autobus continuava il suo percorso. Anche gli altri passeggeri osservarono il luogo in silenzio, come raccolti in preghiera, e forse tutti provarono un brivido lungo la schiena.

- Benvenuta Signora Ilda! - disse l’ex allievo nel ricevere la donna nel suo studio - La trovo bene! Come sta?

- In gran forma grazie - rispose la donna - per quel che l’età può concedere. Sa - aggiunse con un poco di civetteria - ho superato i settanta! Comunque non posso lamentarmi. Lei piuttosto, vedo che ha fatto strada. Ora è il direttore di questa prestigiosa scuola di musica…

- E’ vero e se sono arrivato qui, tra le tante persone che devo ringraziare, c’è anche lei cara Professoressa…

- Bene, sono davvero contenta. Ma non ci perdiamo in chiacchiere! Ricorderà che sono sempre stata una donna molto concreta… Per un puro caso un giorno ho incontrato in autobus un ragazzino con degli spartiti. Era uno studente di flauto. Insomma, per farla breve, l’ho preso come mio allievo anche se da qualche tempo avevo deciso, diciamo così, di pensionarmi. L’ho fatto perché questo ragazzo ha davvero talento e credo che, se seguito bene, abbia tutte la carte in regola per diventare un bravo flautista. E se dico bravo, intendo dire bravo.

Ilda si zittì e osservò il suo ex allievo.

- Continui pure, Professoressa…

- Bene. La ringrazio… Ma pur essendo una brava insegnante è evidente che questo non può bastare a tirare fuori l’artista completo che c’è nel ragazzo. Sa, io ho una certa età e i limiti sono ben più marcati che un tempo… E poi non sono una flautista!

- Non dica così, Professoressa - fece il direttore - sappiamo tutti che lei è unica nel suo campo…

- Non mi faccia arrossire, la prego. Una sera, quindi, mentre pensavo al da farsi, mi è venuta in mente questa scuola e il suo direttore! Perché il ragazzo, vede, non naviga nell’oro e so che qui c’è la possibilità di ottenere borse di studio. Conferma?

- Certo, Professoressa, anche se non è semplice. Ma se è un suo allievo sono certo che la preparazione sarà di altissimo livello. E non le nego che la candidatura verrà valutata con un occhio di riguardo…

- Grazie, la cosa mi lusinga. Ma voglio essere chiara fino in fondo…

Ilda restò in silenzio, fece un grande respiro e guardò dritto negli occhi il suo ex allievo. Questi si sentì leggermente a disagio e per stemperare il suo imbarazzo disse:

- Prego, dica pure qual è il problema..?

- Il ragazzo è palestinese. - rispose Ilda con voce alta e chiara.

Il direttore ebbe quasi un brivido e il suo volto espresse bene lo smarrimento causato da quella parola.

- Non me ne voglia… - balbettò dopo qualche istante - …ma questo, come certo capirà, complica un po’ le cose… vedrò cosa si può fare… Ma devo essere sincero… non sarà facile… anzi… Sa, non è politicamente il periodo migliore per un caso delicato come quello che lei mi ha appena presentato…

Il direttore adesso era imbarazzatissimo. Sudava come uno studente prima di un’audizione.

- Devo desumere… - fece Ilda ben calcando la voce - …che è bene non nutrire molte speranze su un suo aiuto?

Il direttore voleva sprofondare nel pavimento. A quella donna doveva molto ma gli era proprio impossibile darle una mano per aiutare un palestinese. Ilda continuava a guardarlo negli occhi senza dire una parola. Aspettava una risposta alla sua domanda. Il direttore infine si lasciò cadere nella poltrona e sbottò:

- Professoressa, con lei non posso tergiversare. Il problema è che buona parte dei finanziamenti di questa scuola provengono dal Governo e da ambienti che hanno poca simpatia per gli arabi. Lei capisce in quale posizione delicata mi trovo. Mi rincresce, ma questa è la situazione. L’ingresso del suo allievo, che sono certo ha un gran talento, metterebbe in difficoltà la scuola e i suoi studenti…

- E il suo direttore… - aggiunse Ilda che non sapeva se infuriarsi o intristirsi per quella risposta.

C’era ben poco da fare e non aveva senso mettere a disagio il suo ex allievo. Se non poteva, non poteva e basta.

- Non si preoccupi! - disse alzandosi per andare via - Sono momenti che passeranno. Anche se qualcuno pensa che la storia si possa fermare con un muro. Peccato che a farne le spese è la musica, forse uno dei pochi linguaggi rimasti per fa nascere e alimentare una speranza di pace. Abbiamo fatto un tentativo…

- Mi rincresce davvero professoressa, ma al momento non ho una soluzione…

- Grazie lo stesso, direttore.

E uscì mentre l’uomo continuava a scusarsi e a cercare di controllare il suo imbarazzo.

Appena fuori un vento fresco le investì il viso facendole volare via la rabbia mentre si avviava alla volta della fermata dell’autobus.

 

 

XVI

Quel pomeriggio Omar arrivò puntuale ma nuovamente Ilda percepì che nel ragazzo c’era tensione. Fu di poche parole e rifiutò l’aranciata.

- Ho mal di stomaco.. - si giustificò e non volle accettare niente. Era quasi ostile. Ilda non fece domande e subito incominciarono la lezione. Il ragazzo suonava con nervosismo, non seguiva le note e la sua esecuzione era troppo impulsiva.

- Adagio, Omar, vuol dire adagio. Forse questo brano va studiato di più… Non credi? - disse infine Ilda.

- Devo studiare di più? - urlò Omar con ironia e rabbia, quasi modificando il suo aspetto. Ilda si spaventò perché subito dopo il ragazzo cominciò a inveirle contro dicendo:

- E come si fa a studiare di più se un giorno si e l’altro pure il rombo dei carri armati e degli elicotteri ti assorda? Lo sai cosa hanno fatto i tuoi soldatini di Israele? Ieri hanno preso quattro miei amici che stavano giocando a calcio vicino al muro in costruzione e senza nessun motivo li hanno fermati, perquisiti, spogliati e messi contro al muro come se volessero fucilarli. Loro hanno iniziato a piangere e a dire che non avevano fatto niente, chiamavano la mamma e per farli smettere i tuoi soldati li hanno massacrati di botte fino a farli svenire. Uno non ha più i denti! Sai cosa significa? Che per tutta la vita resterà così perché non ha certo i tuoi soldi per rifarsi la bocca! E come se non bastasse d’ora in poi farà il doppio della fatica per mangiare quel poco che riuscirà a trovare per sfamarsi! Perché da noi, dall’altra parte del vostro muro, si muore di fame! Voi ebrei siete dei bastardi! Dovete tornarvene a casa vostra!

Omar era furente. Tremava tutto e sudava dalla rabbia. Brandiva il flauto come una spada e Ilda temé che potesse colpirla. Ma non accettò di sentirsi dare della bastarda. Sorprendendo se stessa assestò uno schiaffo al ragazzo che ammutolì e con voce ferma disse:

- Ascolta piccoletto! Io ti ho accolto in casa mia, ti insegno la musica, ti faccio fare la doccia e ti offro anche da mangiare! Come vedi non sono una bastarda ebrea come dici tu! Non siamo tutti uguali noi ebrei! E poi non è colpa mia se i tuoi amici se ne vanno in giro a farsi saltare in aria negli autobus della mia città facendo decine di morti! Perciò non permetterti di giudicarmi e di alzare la voce con me! Non sono io che ho pestato i tuoi amici, né io che comando in Israele! E ricordati che questa terra è anche la mia terra! Io voglio insegnarti l’amore per la musica perché tu possa andare via da questo posto che comincia a fare schifo anche a me! Aiutarti a fuggire perché se ci resti, prima o poi diventerai anche tu un terrorista! E questo non lo permetterò! La musica è l’unica tua salvezza, così come lo è stata per me! Adesso siediti e ascolta!

Ilda aveva parlato con autorità. Non sapeva dove aveva trovato tanta forza alla sua età, lei che poche volte aveva alzato la voce in vita sua. Lo schiaffo dato ad Omar era servito a calmarlo e a sottolineare i ruoli. Lei era l’insegnante, lui l’allievo. Il ragazzo ubbidì alla donna e si sedette sul divano. Ilda fece un gran sospiro per ritrovare la sua tranquillità.

- Ascoltami bene Omar. Questa benedetta situazione tra noi e voi è troppo complicata, ci sono troppi interessi da entrambe le parti perché a vincere sia la tensione e la pace non arrivi mai. Sono in tanti a guadagnarci dalla violenza. Quando ero più piccola di te io avevo una famiglia in Italia, a Firenze. Eravamo felici e tutto andava bene. Poi un giorno le cose cambiarono. Arrivò il fascismo e l’Italia diventò amica di Hitler, lo sai chi è Hitler, vero? In una notte ho perso tutto quello che avevo: la casa, i parenti, gli amici. Fui caricata su un treno per il bestiame e finii in un campo di concentramento dove lo sport preferito dai nazisti era ucciderci a frustare, farci morire dal freddo, dalla fame o rinchiuderci nelle camere a gas per poi bruciarci nei forni crematori. Ho visto morire mio padre, mia madre, mia sorella e tante e tante altre persone che nemmeno so contarle più. Eravamo ridotti peggio delle bestie. Io avevo solo dodici anni. Sai perché sono sopravvissuta? Perché volevo rivedere Firenze ma soprattutto perché in quei terribili anni ho avuto la musica che mi dava speranza. Sapevo suonare e così finii nella piccola orchestra del campo. Suonare mentre gli altri attorno morivano mi diede speranza. Era l’unica cosa che sapevo e potevo fare e questo mi permise di essere attaccata alla vita e di non impazzire in tanto orrore. Questo io dico anche a te. Noi due non possiamo cambiare il mondo. Io non posso impedire che i carri armati vengano a casa tua come tu non riesci a fermare i kamikaze sugli autobus. Allora usa il mezzo che hai, l’amore per la musica, per abbattere quel muro di odio che sta nascendo nel tuo cuore, per alimentare il sogno di una vita migliore e andare via da qui. Dove sembrano vincere solo la morte e la violenza. Ricorda che la musica è uno strumento universale di pace. Usala!

Omar aveva ascoltato Ilda in silenzio. Per la prima volta non era l’insegnate di musica a parlargli ma una persona con la sua storia scritta anche con il dolore.

- So cosa vuol dire perdere un fratello quando altri te lo uccidono. L’ho vissuto sulla mia pelle e lo sai. Ma la musica non basta… - disse rivolto alla donna.

- No, Omar, la musica può bastare, anzi te la devi far bastare se è l’unica tua salvezza. Ed io per te, in questo momento, davvero non  vedo un’altra possibilità.

I due si guardarono negli occhi. Erano tristi però più sereni.

- Adesso vai. Torna a casa. E riprova il brano di oggi. Ci rivediamo fra tre giorni. Ora vai…

Omar ubbidì. Si accorse però che la più provata da quel confronto era Ilda. Per la donna non era stato facile rivivere il suo passato. Di nuovo i fantasmi avevano fatto la loro apparizione.

- Allora vado? - chiese il ragazzo prima di richiudere la porta.

- Si. Vai pure… - disse Ilda accennando un sorriso.

 

                                                                                Continua

 

1° Puntata (Il Muro) Pubblicata Sabato 26 Gennaio 2019

2° Puntata (Il Muro) Pubblicata Giovedì 31 Gennaio 2019

3° Puntata (Il Muro) Pubblicata Sabato 2 Febbraio 2019

4° Puntata (Il Muro) Pubblicata Giovedì 7 Febbraio 2019

5° Puntata (Il Muro) Pubblicata Sabato 9 Febbraio 2019

6° Puntata (Il Muro) Pubblicata Mercoledì 13 Febbraio 2019

7° Puntata (Il Muro) Pubblicata Sabato 16 Febbraio 2019