Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, sabato 21 maggio 2016 -  La Festa della Madonna di Cristo, svoltasi in pompa magna, martedì dopo Pasqua, ha il suo prosieguo nella giornata di domani 21 maggio, penultima del mese mariano, con la processione e la benedizione dei campi, a Rignano Garganico.

 A promuovere l'iniziativa, ci hanno pensato quest'anno, oltre alla parrocchia, la Pro Loco, diretta da Pietro Bergantino, e l'Associazione "Amici di San Rocco", presieduta daal giovane Antonio Cozzetti, avvalendosi del patrocinio dell'Amministrazione Comunale, capeggiata dal sindaco Vito Di Carlo. Il tutto avrà inizio alle ore 15.00 con il raduno dei devoti in piazza San Rocco, dove sarà allestito il camion con la statua della vergine. Quindi, la folla  con i propri automezzi , si avvierà alla volta delle campagne sottostanti.. Dopo aver  fatto tappa  nelle diverse zone e masserie abitate (nell’ordine: Agriturismo Fiore, Grotte – Terra del sole, Cavallo - Tancredi, Piccirillo, Pescorosso da pede, Mezzanagrande e Triolo) la processione ‘mobile’ si diriggerà a spron battuto verso la Masseria "Accinni" di Pietro Gentile, imprenditore agricolo assai devoto e praticante, dove giungerà alle ore 20.00. 

Qui sarà celebrata la programmata Santa Messa di ringraziamento. Con ogni probabilità, la stessa sarà  officiata dal parroco Don Nazareno Galullo, coadiuvato dal vice don Antonio Gianfelice.  Come lo scorso anno  l’omelia di certo sarà incentrata sul culto mariano e sull’intervento protettore della Madonna verso chi lavora nei campi. Non per niente  la Madonna di Cristo, con patrona del paese, è venerata da circa un millennio nell’omonima  chiesetta rurale a circa 6 km dal centro abitato. La ricorrenza in suo onore, specie quella del Martedì in Albis, è assai cara, richiamando sul posto, in primis agricoltori e braccianti agricoli, e poi una moltitudine di cittadini e di forestieri, provenienti da ogni dove.

E' una festa diversa, perché viene consumata nell'omonima chiesetta, posta su un balzo roccioso ai piedi della montagna su cui sorge il paese. La origine della struttura (a due navate), come la statua (intagliata in legno di ulivo, si perde nella notte dei tempi. Il primo documento storico che parla di essa risale, infatti, al 1176 ed era uno dei tanti possessi dell'Abazia benedettina di San Giovanni in Lamis (ora convento di San Matteo). Diversamente dal passato, i devoti non scendono più  a piedi, percorrendo l'antica mulattiera lastricata in pietra grezza che costeggia a zig-zag il versante meridionale dell'altura garganica. Ma quasi tutti giungono in automobile dalle campagne  e dai paesi vicini.

Si tratta di centinaia e centinaia di pellegrini e devoti. Dopo le funzioni religiose e la processione, la folla si riversa nella piana circostante, dove si intrattiene a fare pic-nic  per l'intera giornata, tra musiche, canti e balli. I più facoltosi, gli sprovveduti o i turisti occasionali fanno ricorso al  ristoro, invece,  presso i Centri agro-turistici "Fiore" e masseria Paglicci, Muscarella, Tancredi, Corigliano, ecc. gustando prodotti e pietanze genuine. E' una Madonna considerata dal popolo assai miracolosa, come dimostrano gli innumerevoli ex-voto custoditi nella sacrestia e la sua storia. Ecco, come descrive l'avvenimento, alla fine del secolo scorso, Giulio Ricci, nel suo romanzo "verista": Rosedda, 1889. "Il martedì si celebrava in campagna la festa della madonna, rimandata da settimana a settimana per le acque continue e torrenziali cadute in primavera.

Quella mattina predicava don Ioseppe; ma la predica che doveva essere una potente rivelazione del suo fecondo ingegno di oratore ed il di cui effetto era destinato a distruggere il rancidume, del quale puzzavano i discorsoni lunghi come litanie e sempre eguali e monotoni di don Costanzo, non piacque assolutamente. E dire che avrebbe potuto veramente affermarsi giacché mai uditorio era stato così scelto ed intelligente; tutte le notabilità del paese, ed il fior fiore delle signore più rispettabili venute di proposito, sugli asini, dalle villette lontane della Lama.

C'era il sindaco in un gran soprabito ragnato, stivaloni a pieghe e speroni di acciaio lucente; c'erano tutti i tre gli assessori con le tube del sessanta senza peli e ritinte a furia di pennellate d'inchiostro, impalati nei cravattoni neri; c'era quel diavolo del farmacista, l'ateo del paese, che aveva la smania maledetta di mettere in caricatura ogni cosa financo il bambino di abete della madonna fatto a colpi di ascia dal Vardaro con grandissimo studio e lunga pazienza". Anche nella  manifestazione in parola  le autorità non mancheranno. In primis, ci sarà l’Amministrazione comunale al completo, capeggiata dal sindaco Vito Di Carlo e dall’assessore Giosuè Del Vecchio. Quest’ultimo, in particolare, sempre attivo e presente in questo tipo di manifestazioni pubbliche per via di corrisposte simpatie. Ci sarà pure  il presidente dell'Ente Parco, Stefano Pecorella, i CC della locale stazione con l’attuale  comandante Francesco Falco ed altre autorità.