Antonio Del Vecchio

San Giovanni Rotondo, martedì 8 novembre 2016 -  Sempre in prima linea sul fronte delle iniziative educative e culturali, l’Istituto “M. Immacolata” di San Giovanni Rotondo, diretto con passione e competenza dal preside Antonio Tosco. Questa volta è in cartellone, sabato 12 novembre, un libroforum  con la scrittrice foggiana Mara Mundi, che presenterà ad alunni e docenti la sua ultima fatica in materia pedagogica. Si tratta del volume “Mi chiamo Danilo e faccio domanda”, edito da poco per i tipi di Aracne editrice. Tanto è stato promosso ed organizzato, nell’ambito nel progetto lettura, coordinato dalla prof.ssa Angela Natalicchio.

 A rendere pubblica la notizia è la docente dell’Istituto, Nunzia Gentile, addetta stampa da alcuni mesi della scuola in questione. Si parlerà, come da contenuto del libro, della figura ed opera educativa di Danilo Dolci, poeta, scrittore, educatore non violento,  considerato, per via della sua scelta di vita basata sulla non  violenza e sul pacifismo, il Gandhi d’Occidente, per antonomasia.  A quanto si apprende, l’incontro, su suggerimento della stessa autrice, è stato preceduto da un  intenso lavoro di preparazione nelle classi interessate. Il tutto teso a discutere  i concetti - temi  basilari dell’insegnamento del Dolci, quali rivoluzione, responsabilità, potere – dominio, ecc. e quindi a mettere in pratica la rinata arte della “maieutica” del grande filoso ed educatore greco Socrate.

Quindi, partendo dalle riflessioni degli studenti, pervenire al confronto  -scontro tra le loro diverse opinioni per raggiungere l’obiettivo formativo di  “pensare di meglio e di più insieme” su argomenti che ci toccano da vicino. Si punta, dunque, suscitare ad un vero e proprio dibattito sulla figura del Dolci e sull’attualità del suo metodo educativo e del suo sogno di “…un mondo nuovo e sostenibile, basato sulla non violenza e sulla civiltà della parola..”. Tale riflessione servirebbe anche per arginare  l’apprendimento acritico dei mass-media e l’uso di strumenti di  comunicazione sempre più individuali e personali, come “face-book” che limitano quel “crescere insieme”, cui punta la “maieutica” del Dolci.

Al momento l’unico ”rifugio” per l’inversione di tendenza resta la scuola. La stessa, secondo lo scritto, rappresenterebbe “  il luogo privilegiato e speciale per promuovere itinerari e strategie atti a suscitare curiosità e ad arricchire il pensiero”. Si ricordano poi le varie tappe già maturate sulla promozione alla lettura, “vero fiore all’occhiello dell’Istituto”. Il riferimento è   ai Dialoghi di Trani, al progetto-concorso LQS, acronimo quest’ultimo, che, parafrasando Cartesio, si estende in “Leggo quindi sono”,  promosso dalla libreria Ubik e a concorsi proposti dal Presidio del libro. Ci si fa sapere, infine, che altre iniziative non di meno interessanti e coinvolgenti sul tema saranno attuate nel corso del corrente anno scolastico.

Il metodo “Dolci”, sintetizzato nella sua irripetibile lirica e motto “Ciascuno cresce solo se sognato”è approdato anche dalle nostre parti nei primi anni ’70, grazie ad alcuni corsi formativi ed incontri- dibattito, promossi dai Centri Servizi Culturali (CSC) dell’Umanitaria di Milano, a quel tempo diretti dal compianto Gino Mancino Per esempio quelli di tipo residenziale riservati agli operai delle fabbriche (Anic, Lanerossi – Fildaunia, Daunia-Latte, Cartiera, ecc.). Con l’intervento di docenti e sindacalisti di levatura nazionale (teoria) e il sostegno di validi animatori culturali (prassi), s’insegnava agli alunni ad interrogarsi, ad imparare e a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e decidere.

Lo si faceva nei lavori di gruppo. Dopo di che ognuno riusciva ad esprimere le proprie opinioni in assemblea. Risultato: molti di essi, seppure con titolo di studio non elevato, diventarono in seguito ottimi sindacalisti. Alcuni corsi furono tenuti anche presso l’allora hotel “Santoro” in San Giovanni Rotondo, cui partecipò Giuseppe Marcucci, il futuro segretario provinciale della CGIL di Capitanata.