Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, mercoledì 18 gennaio 2017 - Ci si aspetta  un “ristoro ambientale” alquanto ridotto quello riveniente  dal funzionamento del Parco eolico, a  Rignano Garganico. Si tratta di 480 mila euro  annue a fronte delle 19 pale da 38,95 Megawat messe su nella piana sottostante dal Consorzio locale “Gargano Energia” e poi vendute, come si dirà. A farlo intendere è il parere espresso dal legale incaricato e pervenuto al Comune in tempi recenti. In esso si consiglia l’Ente, guidato da Vito Di Carlo, a concordare una eventuale transazione.

 Pertanto dalla riunione convocata per mercoledì 18 gennaio dalle opposizioni ( PD, UdC, Primavera Rignanese e Rignano che vorrei), i bene informati delle cose locali si aspettano per poco, soprattutto se il dibattito girerà in chiave politica (A primavera si terranno le Elezioni Amministrative). L’inatteso e temuto cambio di rotta da parte della ditta produttrice - passata di mano in mano fino all’attuale mega polo italiano delle rinnovabili, sorto nel 2014 col nome di “E2i” energie speciali, che raggruppa la francese  EdF (ultima proprietaria dell’impianto di Rignano), l’Edison e l’Enel - scaturisce da una legge dello Stato.

Il riferimento è  al D.M. del  10/09/2010 (Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili). Con esso il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, riordinava la materia, fissando alcuni importanti “paletti” anche per quanto riguarda i criteri per l’eventuale fissazione di misure compensative. In particolare:“Le Regioni o le Province delegate non possono subordinare la ricevibilità, la procedibilità dell’istanza o la conclusione del procedimento alla presentazione di previe convenzioni ovvero atti di assenso o gradimento da parte dei comuni il cui territorio è interessato dal progetto”; “ Le amministrazioni competenti determinano in sede di conferenza di servizi eventuali misure di compensazione a favore dei Comuni, di carattere ambientale e territoriale e non meramente patrimoniali o economiche”;“...

le misure compensative sono definite in sede di conferenza di servizi, sentiti i Comuni interessati, ... e non possono unilateralmente essere fissate da un singolo Comune; ... le eventuali misure di compensazione ... non possono comunque essere superiori al 3 per cento dei proventi,  comprensivi degli incentivi vigenti, derivanti dalla valorizzazione dell'energia elettrica prodotta  annualmente dall'impianto ...”. Riprendendo il discorso di cronaca, gli amministratori locali hanno fatto sapere che non staranno con le mani in mano, ma avvalendosi dell’avvocatura interessata cercheranno di portare a casa  su questo problema il massimo risultato possibile

. “E’ ferrea volontà dell’Amministrazione – ha rincarato la dose l’assessore al ramo-  di mettere in atto tutte le azioni possibili per evitare che oltre al danno della deturpazione del nostro territorio si aggiunga anche  la beffa del mancato o ridotto  risarcimento che la nostra Comunità merita”.