Redazione

Londra mercoledì 25 agosto 2021 - Ci ha lasciato Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones. Aveva 80 anni ed era malato. Con lui se ne va un pezzo importante della nostra gioventù quando il tempo si regalava musica rock incredibile e i Rolling Stones erano i più importanti di tutti persino dei Beatles.  Charlie Watts è stato l'ultimo tra i componenti originari dei Rolling Stones ad unirsi alla band. Inizialmente egli si fece le ossa nel fervidissimo ambiente blues della Londra dei primi anni sessanta sotto l'ala protettiva di Alexis Korner, in quella autentica fucina di talenti che fu la Blues Incorporated.

a cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, mercoledì 30 giugno 2021 -  Premetto che questo articolo me l’ha ispirato Mbappè o almeno da quello che ho letto dagli articoli pubblicati dopo la partita Francia- Svizzera riguardo la sua infinita tristezza per il mancato rigore, quindi ho pensato subito al titolo di questo disco. Gli anni novanta non sono certamente quelli che amo di più nella storia del rock ma questo disco mi colpì, allora, soprattutto per la copertina atipica e per le belle illustrazioni dell’allegato libretto.

a cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, giovedì 10 giugno 2021 -  Di Mina, a parte il periodo storico degli anni 60 e inizio 70 che era musicalmente accattivante, ho collezionato mio malgrado quasi tutti i suoi dischi anche successivi ma soltanto per merito delle copertine di Mauro Balletti, difatti il contenuto, a parte qualche sprazzo di luce qua e là, si faceva sentire al massimo un paio di volte e basta. Questo LP e Cd è del 2009 e naturalmente non sfugge alla media qualitativa standard della tigre a riposo con canzoni di poco superiori al precedente lavoro che era Bau ma stavolta con un po’ di carica erotica in più, specie per merito di Malgioglio che, non dimentichiamo, nel 75 scrisse le parole del capolavoro L’importante è finire e nel 78 della conturbante Ancora, ancora, ancora.

di Nicola Maria Spagnoli

Roma, mercoledì 7 aprile 2021 -  Un solo album per questo gruppo che passato quasi inosservato ai tempi, nel 1972, fu in seguito molto ricercato e più volte ristampato sia in cd che in vinile soprattutto per il fatto che uno dei fondatori era Red Canzian che, oltre all’idea di questo peperone rosso, come tutti sanno ebbe con i Pooh una carriera ed una popolarità che arriva ai giorni nostri. Qui non ci interessa naturalmente la carriera del superpopolare gruppo dei Pooh pop di cui ci siamo interessati solo all’inizio, ai primi 45 giri ed anche vinili ma della musica e della copertina di questo disco che fa parte a pieno titolo della storia del nostro progressive.

a cura di Nicola M. Spagnoli                                    

Roma, lunedì 7 dicembre 2020 - ll titolo doveva essere Alfreda Benge che da quasi cinquant’anni è la moglie di Robert  Wyatt (foto 1), collabora con lui a molti testi dei suoi capolavori e a volte anche come voce ma soprattutto è colei che ha disegnato tutte le sue copertine a partire dall’epocale Rock Bottom che per molti è il disco più importante del rock di sempre. Naturalmente lei non è nota ai più ma è sicuramente ugualmente importante per essere stata, oltre a tutto ciò sopra descritto, anche la Musa e la guida del nostro musicista che da quando cadde dal quarto piano di una appartamento durante una festa fu costretto a vivere tutta la vita su una sedia a rotelle.

di Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 25 settembre 2020 -  I , come molti altri nomi presenti al Festival di Woodstock, li ho conosciuti attraverso Going Up The Country, il brano con la voce in falsetto di Alan Wilson, contenuto nel famoso triplo album. Un brano che colpisce subito per l'inusitata particolarità del suono, con quel flauto introduttivo e quel filo di voce rauca. Fu subito chiaro per me che si trattava di una formazione di blues canonico, che guardava al blues urbano di Chicago con devozione quasi assoluta. Insomma quello più vicino al boogie quindi alla jam, tanto per intenderci.

A cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, venerdì 11 settembre 2020 - La Bertè oggi come oggi da alcuni detrattori è considerata sì una cantante dotata ma viene beffeggiata anche come la cantante pazza o una pazza che canta, a torto. Le sue vicissitudini certamente non sono state tutte felici da parte famigliare (la sorella Mia Martini morta in circostanze mistreriose, senza contare le disillusioni personali,  sentimentali e artistiche).

Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 15 giugno 2020 -Ho conosciuto Francesco Guccini con Via Paolo Fabbri 43, il suo domicilio bolognese, nei tardi anni settanta. Anzi con L'avvelenata, il celeberrimo brano contenuto nell'album, che rappresentò per me (e direi per una generazione intera) un'autentica, assoluta novità. Rancorosa, sincera e ironica, la canzone, che si faceva carico dei tic della società contemporana, aprì la mia mente alla sua poetica da osteria in maniera pressoché immediata. Certo, prima c'erano state L'antisocialeDio è mortoAuschwitzCanzone per un'amica, etc.

a cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, venerdì 15 maggio 2020 - Molti si chiederanno chi è Anthony Edwin Phillips e chi Peter Cross, bene! Iniziamo dal primo. Chitarrista e cantante, in arte si fa chiamare senza il secondo nome ovvero semplicemente Anthony Phillips ed  così che è conosciuto, poco in verità, in campo rock (specie quello progressive ci tengo a precisare) ma più per aver fatto parte dei Genesis fino al 1970 esattamente in From Genesis to Revelation e nel capolavoro Trespass ma che subito dopo, si dice, colto da fobia del palco o più verosimilmente per divergenze con Peter Gabriel, vallacapì, preferì abbandonare il gruppo.

a cura di Nicola  M. Spagnoli    

Roma, martedì 24 marzo 2020 -  Come lo studio di grafica creativa inglese Hipgnosis fu sinonimo di Pink Floyd, Led Zeppelin etc. così Martin Muller, californiano classe 1940, pittore, illustratore e grafico, che aveva adottato il nome Neon per la sua naturale predilezione per i colori elettrici, fu sinonimo di un gruppo americano in particolare, i Little Feat! Muller dopo una lunga gavetta come creatore di poster per i concerti all’Abalon Ballrom di San Francisco del celebre collettivo Family Dog e poi per i Dancing Food,

a cura di Nicola M. Spagnoli                 

Roma, lunedì 24 febbraio 2020 -  Don Backy è uno di quei cantautori ingiustamente, non dico, dimenticato ma almeno non sufficientemente valorizzato come si doveva pur avendo avuto una produzione vastissima in più campi, non solo in quello della canzone. Renzo Arbore a tal proposito scrisse e dichiarò che le sue melodie sono arie tipicamente italiane, accordi tratti dai nostri vecchi canti folkloristici uniti ad una genuina vena poetica e aggiungerei che la stessa cosa fu fatta da Lucio Dalla e da Francesco DeGregori ma con ben altro riscontro.

a cura di Nicola M. spagnoli

Roma, venerdì 14 febbraio 2020 -  Un cantautore da non dimenticare! Una fortuna per noi che alla fine delle scorso anno siano state recuperate queste preziose incisioni casalinghe per merito della moglie  del musicista, prematuramente scomparso nel 2016, e di Roberto Barillari, 11 brani quasi tutti registrati con solo l’accompagnamento della sua chitarra ma che ci immergono nel suo mondo intimista e particolare.